Diversi studi stanno confermando che le infezioni fungine in agricoltura sono in espansione. Fortunatamente la tecnologia potrebbe essere d’aiuto
La popolazione mondiale in crescita corrisponde ad un aumento di fabbisogno di materie prime per l’alimentazione. Allo stesso tempo i cambiamenti climatici, da quanto emerge dagli studi portati avanti da due team universitari in collaborazione disciplinare, stanno incidendo sull’espansione delle infezioni fungine che possono compromettere irreversibilmente ettari su ettari di coltivazione. Le prime cinque colture più importanti al mondo – riso, grano, patate, soia, mais – sono seriamente messe a repentaglio dalle infezioni fungine.
Questi funghi trovano nel surriscaldamento globale maggiore terreno fertile, coadiuvato dall’assenza di antimicotici naturali, data la sempre maggior sterilità dei terreni. Dunque gli agricoltori sono costretti a ricorrere agli antimicotici chimici, che purtroppo ormai non funzionano più. La resistenza dei funghi è in crescita, ed il settore globale dell’alimentazione rischia di rimanere un passo indietro dal fabbisogno mondiale. Con la conseguenza evidente che si inasprirà ancora di più la distribuzione iniqua di risorse.
Eva Stukenbrock, a capo dell’Environmental Genomics group della Christian-Albrechts-Universität zu Kiel (CAU) e fellow al Canadian Institute for Advanced Research (CIFAR), e da Sarah Gurr, che insegna Food Security all’università di Exeter e visiting professor all’università di Utrecht e fellow al CIFAR, hanno messo a punto una pubblicazione congiunta di diversi articoli, in cui lanciano l’allarme sul futuro dell’alimentazione globale. Si stima che ogni anno una cifra tra il 10 ed il 23% delle piantagioni viene persa a causa delle infezioni fungine. Un ulteriore 10-20% dopo il raccolto. Sommando queste cifre è palese come l’infestazione dei funghi sia un dato allarmante. Con l’aggravante che la resistenza dei funghi potrebbe portarli ad attaccare non solo le piante, ma far passare l’infezione anche ad animali ed all’essere umano.
Data la gravità della situazione, sia sul breve che sul lungo periodo, le aziende di tecnologia ed intelligenza artificiale applicate all’agricoltura stanno puntando il settore ricerca sempre più sulla messa a punto di antimicotici che possano prevenire e disinfestare l’infezione fungina nelle piante destinate al settore alimentare. Insieme a questo auspicio se ne unisce un altro, che i prodotti in questione non siano la replica di altri diserbanti chimici, che se da una parte sottraggono i parassiti, dall’altra uccidono la biodiversità dei terreni.
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