Solo “parole” e pochi fatti: inizia la lotta contro il greenwashing

Il greenwashing è finalmente messo all’indice dall’Europa e definito un ostacolo alla lotta per arginare cambiamenti climatici e rendere gli stili di vita più sostenibili

greenwashing proibito UE
Etichetta verde (Foto da Canva) – Ecoo.it

Finalmente l’Europa se ne è accorta. Probabilmente con un eccessivo ritardo, sperando che i danni non siano stati già fatti. Il greenwashing, ovvero la facciata verde delle aziende e delle multinazionali, che poi non corrisponde a un effettivo impegno in senso ambientalista, è uno dei fenomeni degli ultimi anni che sono più dannosi alla lotta contro il cambiamento climatico e alla salvaguardia del Pianeta.

Innanzitutto perché un’azienda che si dichiara verde ha l’impegno morale di far corrispondere le intenzioni con i fatti. E poi perché è un eccessivo proliferare di marketing verde, quando poi si va a scoprire che è solo di facciata, può minare la fiducia dei consumatori verso le etichette sostenibili.

Cosa pensa l’Europa del greenwashing 

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Etichetta verde (Foto da Canva) – Ecoo.it

La direttiva si chiama Green claims, ed è stata approvata nello scorso marzo. L’obiettivo è di richiedere a tutte le aziende che dichiarano nelle campagne marketing di adottare misure di sostenibilità, di provarlo da un punto di vista scientifico, per quale devono depositare la documentazione presso la Comunità Europea. Con l’ovvia conseguenza, che chi bara, e metti in atto il greenwashing, è soggetto a multe e sanzioni piuttosto pesanti. Purtroppo, da recenti statistiche, è risultato che il 50% delle dichiarazioni green era fuorviante, ed il 40% privo di fondamento. Oltre al danno effettivo, è profondamente ingiusto che le multinazionali traggano vantaggio speculando sulla sofferenza del pianeta e di molte popolazioni in conseguenza ai cambiamenti climatici.

Il problema delle etichette e della trasparenza

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Etichetta verde (Foto da Canva) – Ecoo.it

Oltretutto, come accennato in precedenza, il greenwashing contribuisce alla sfiducia dei consumatori verso le dichiarazioni in etichetta. Al punto che potrebbe completamente vanificare gli sforzi delle certificazioni per rendere le scelte sostenibili più consapevoli. La comunità europea, nella direttiva dello scorso marzo, ha inserito il divieto delle dichiarazioni ambientali generiche, prive di impegni concreti e di basi scientifiche. Oltretutto l’impegno è stato anche contro l’obsolescenza prematura. Ciò significa che ogni prodotto dovrà contenere in etichetta, oltre alle informazioni sull’impatto ambientale, la possibilità di miglioramento e di dare una seconda vita al prodotto.

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