Il disastro ambientale che tutti conosciamo, perchè notizia di cronaca quotidiana su tutti i telegiornali, non vuole saperne di arrestarsi. Tutti vani fino ad ora i tentativi escogitati, e sia responsabili del misfatto sia il Presidente USA Barack Obama hanno le mani nei capelli. Il ritmo di fuoriuscita del greggio è stimato in 795mila litri al giorno. Un quantitativo spaventoso, che si riversa nelle acque del Golfo del Messico per attaccare anche le vicine coste. Una catastrofe senza precedenti, anche, e soprattutto, perchè non si sa ancora come tenerla a bada. Non restano che ultimi, disperati tentativi.
I vertici della British Petroleum, owner della piattaforma petrolifera coinvolta nell’esplosione ed affondamento, stanno studiando sistemi ad alto valore ingegneristico per contenere il continuo dilagare degli idrocarburi. Entro questa settimana (o almeno, cosi dicono) metteranno in pratica la creazione di una nuova cupola, stavolta più piccola della precedente già escogitata, che dovrebbe fermare il tracollo. L’amministratore delegato della BP, Tony Hayward, ha dichiarato che se questo stratagemma dovesse portare i frutti sperati, circa l’85% del petrolio verrebbe risucchiato. Ma c’è anche chi ha proposto di utilizzare capelli e tessuti lanosi per assorbire l’olio nel mare, ed ecco arrivare tonnellate di materia proveniente da diverse parti del mondo (per lo più, scarti di parrucchieri e contadini).
Tornando a parlare della BP, Tony Hayward ha aggiunto che “E’ la prima volta in venti anni che ci succede un incidente del genere, stiamo prendendo molto seriamente le nostre responsabilità“. Responsabilità che, fino ad ora, sono costate al gruppo qualcosa come 350 milioni di dollari. Senza contare le ripercussioni e le cause legali avanzate dagli azionisti.
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