La lotta all’inquinamento delle acque ha trovato un nuovo strumento formale: l’Unione Europea ha infatti finalmente approvato un piano di sostegno del Mar Baltico, predisponendo una serie di azioni mirate al contrasto dell’inquinamento, dell’acidificazione e dell’eccessivo sfruttamento che gli Stati che si affacciano sull’ampio spazio acquifero (e non solo) hanno prodotto in maniera crescente con il passare degli anni.
Il piano di sostegno, denominato Bonus, è un programma della durata di sette anni che vedrà protagonisti attivi gli Stati costieri del Mar Baltico e non, e in particolar modo Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia. Lo stanziamento finanziario comunitario è invece pari a 50 milioni di euro, provenienti dai fondi comunitari che il Parlamento europeo ha predisposto in merito.
L’obiettivo del piano Bonus, come già introdotto in fase di apertura del presente post, è quello di fronteggiare lo stato di emergenza dell’ecosistema locale, messo in serio pericolo dall’inquinamento chimico, organico, e perfino radioattivo, che dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri ha abbondantemente influenzato in maniera negativa lo stato di salute delle acque del Mar Baltico.
Negli ultimi anni, un ulteriore peggioramento dello scenario acquifero del Baltico è poi conseguito allo sfruttamento intensivo del settore agricolo, che con materiale organico e grandi quantità di fertilizzanti ha inquinato in maniera evidente le acque costiere, e non solo.
Il piano Bonus, oltre a porre l’attenzione (e le risorse) sul fronte della ricerca, contribuirà anche a definire nuove linee guida su pesca, agricoltura, infrastrutture, trasporti, energia.
Immagine tratta da fotoplatforma.pl
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