Secondo alcune ricerche, l’inquinamento acustico provoca diverse migliaia di morti all’anno: il parere dell’esperto su un fattore spesso sottovalutato.
L’inquinamento atmosferico è uno dei problemi di cui si discute ormai da tempo, considerati anche gli studi sulla correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche e gravi patologie. L’Unione Europea ed i vari Paesi sono sempre più costantemente a lavoro per ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria.
Spesso, però, non viene preso in considerazione l’inquinamento acustico che, come dimostrato da alcune ricerche, rappresenta la seconda causa ambientale di problemi di salute nelle nazioni dell’Europa Occidentale. Un fenomeno, dunque, da non sottovalutare.
Inquinamento acustico, 12mila morti in Europa: il parere del professor Licitra
Sono sempre di più le persone al mondo esposte all’inquinamento acustico provocato dal traffico urbano, quello aereo e ferroviario, ma anche dalle industrie e dagli eventi atmosferici. Un fattore molto spesso sottovalutato, ma che, stando ai dati dell’Onu, rappresenta la seconda causa ambientale di problemi di salute in Europa Occidentale, solo dopo l’inquinamento atmosferico.
Secondo le statistiche dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, sarebbero ben 12mila i decessi prematuri provocati dall’esposizione a lungo termine al rumore. Inoltre, secondo l’agenzia stessa, un cittadino europeo su cinque sarebbe esposto a livelli di inquinamento acustico tali da provocare danni alla salute con il rischio di gravi patologie che non riguardano solo l’apparato uditivo, come problemi ai sistemi cardiovascolare, ma anche ansia, disturbi del sonno e nei bambini il deterioramento delle facoltà cognitive.
L’inquinamento acustico non danneggia solo l’uomo, ma anche il regno animale. Molte specie, difatti, subirebbero gli effetti dei forti rumori, come ad esempio gli uccelli, molto spesso costretti a migrare da alcune aree.
Sul punto ha rilasciato un’intervista a Il Bo Live, giornale dell’Università di Padova, Gaetano Licitra, docente e dirigente dell’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana). Il professore si è inizialmente soffermato su quali possono essere i danni dell’inquinamento acustico spiegando che i rumori molto forti, come un’esplosione, potrebbero causare la perdita dell’udito istantanea, mentre l’esposizione a rumori più bassi, ma costante, potrebbe determinare ipoacusia. Anche lo stesso Licitra ha confermato come i danni possono essere non solo legati al sistema uditivo.
Come prevenire questi danni alla salute?
Per cercare di limitare gli effetti sulla salute dell’inquinamento acustico, secondo il professor Licitra, sarebbero necessarie azioni di prevenzione, come per esempio la riduzione dei limiti di velocità sulle strade urbane, ma anche l’utilizzo di veicoli elettrici, molto più silenziosi rispetto ad altri con motore termico. Utile potrebbe essere, spiega a Il Bo Live, anche l’impiego di materiali fonoassorbenti per la realizzazione delle strade.
Importante, secondo Licitra, è l’attenzione alle aree verdi, in grado di assorbire le onde sonore riducendo i livelli di rumore. Purtroppo, chiosa l’esperto, se non vengono stanziate risorse in tal senso difficilmente si potrà risolvere il problema: “La Comunità europea – aggiunge- stima che per ogni Euro che si spende in risanamento acustico se ne risparmiano 29: si tratta di un investimento molto conveniente”.
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