L’inquinamento causato dal petrolio fa tremare il mondo intero. Se pensavate che il disastro del Golfo del Messico fosse l’evento assolutamente più terribile (specialmente per le ultime generazioni che non hanno assistito agli incidenti petroliferi più gravi della storia) per il nostro ambiente ed ecosistema, dovrete ricredervi. Esiste un tipo di fuoriuscita (che a questo punto speriamo non debba mai avvenire!) capace di sconvolgere gli equilibri del pianeta. Nella Russia artica le trivellazioni potrebbero creare un vero e proprio cataclisma ambientale.
Se avete tirato un sospiro di sollievo per la chiusura del pozzo petrolifero Macondo (questo è il suo nome) della BP nel Golfo del Messico, sappiate che potrebbe esserci un secondo disastro in agguato. Ben più grave ed imprevedibile (a differenza della Francia, che si può monitorare in tal senso). La vicenda americana sarebbe nulla in confronto agli effetti di un incidente di perforazione nella regione artica. Jessica Bachman, della Federazione Russa, sostiene che dove giace il greggio sia “il luogo più terribile di tutta la Russia“. Scienziati e funzionari russi evidenziano che, nel caso dovesse accadere qualche tragedia petrolifera nel Mare di Barents, non basteranno mesi e mesi di lavori per scongiurarlo.
Ma tutto ciò che la Russia avrebbe fatto a tale proposito non è affatto chiaro. Il governo russo ottiene più del 50% delle proprie entrate dal petrolio e dal gas e l’obiettivo esplicito del Primo Ministro di Putin è di continuare a produrre più di 10 miliardi di barili al giorno, fino al 2020. Gli ambientalisti non sono gli unici ad essere preoccupati.