[galleria id=”97″]L’inquinamento dovuto alle attività umane attenta alla salute di diversi elementi: l’aria, l’acqua, il suolo. L’inquinamento del suolo è uno dei più evidenti ed immediatamente tangibili perché tra le sue cause troviamo i rifiuti non biodegradabili e le acque di scarico.
A questi si aggiungono i fertilizzanti usati in agricoltura, i prodotti fitosanitari, i metalli pesanti, le diossine che alterano la composizione chimico-fisica dei terreni, ne accelerano l’erosione ed entrano pericolosamente nella catena alimentare per arrivare fino all’uomo. Per non parlare dell’inquinamento delle falde acquifere che forniscono acqua potabile e salubre per l’uomo, gli animali e le piante. Gli effetti dell’inquinamento del suolo all’interno della catena alimentare sono vari e tutti dannosi. I metalli pesanti e le diossine ad esempio sono cancerogene, alterano il sistema nervoso e renale. Diversi solventi provocano danni epatici, affaticamento, nausee e cefalee.
Tutte queste sostanze vanno poi ad alterare l’equilibrio degli ecosistemi a cominciare dai microrganismi che costituiscono il primo gradino della piramide alimentare, bioaccumulandosi nei tessuti ed essendo praticamente impossibili da eradicare. Gli inquinanti alterano anche il metabolismo delle piante, incidendo negativamente anche sulle produzioni agricole. Cosa fare? Occorre organizzare una gestione severa e corretta dei rifiuti, combattendo il fenomeno delle discariche abusive e cercando di limitare la produzione di rifiuti anche attraverso una più puntuale raccolta differenziata per recuperare e riutilizzare tutto il recuperabile. Poi si potrebbe procedere attraverso le bonifiche dei suoli, con successiva diffusione delle aree verdi ed il rimboschimento. Ma a monte di tutto resta lo stile di vita adottato dal singolo cittadino e l’accortezza, ad esempio, nel gettare via la batteria dell’automobile o quella del notebook una volta esausta negli appositi centri di raccolta del proprio comune di residenza. Dalle pile e dalle batterie possono essere riciclati alcuni metalli pesanti che, in questo modo, non entrano nel cicli dell’ambiente e soprattutto non vanno ad alimentare il mercato dei rifiuti tossici che troppo spesso vanno a finire nei paesi del terzo mondo, Africa in testa.
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