Sono in fase di elaborazione le nuove norme per migliorare la qualità dell’aria nelle città grazie al recente impegno della Commissione Europea sull’Ambiente. La necessità di una nuova normativa sul miglioramento dell’aria è nata dai dati riportati in un dossier ufficiale pubblicato negli ultimi giorni, nel settore delle politiche differenti. L’annuncio è stato comunicato da Janez Potocnick, Commissario dell’Unione Europea per l’Ambiente.
Stando ai dati comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’81 % dei cittadine dell’Unione Europea sarebbe esposto a livelli di inquinamento sempre più elevati rispetto al minimo raccomandato dall’OMS.
A causa di questi dati allarmanti, l’Unione Europea sta studiando e valutando una serie di soluzioni da applicare a partire dal prossimo anno, con l’obiettivo di ridurre i tempi e d’altro canto modificando e rafforzando le regole che già esistono sui limiti degli inquinanti. Il nuovo piano normativo europeo per migliorare la qualità dell’aria avrebbe degli obiettivi abbastanza ambiziosi da raggiungere entro il 2020.
Stando a quanto dichiarato e discusso dai membri della Commissione Europea sull’Ambiente il problema è abbastanza grave, ragion per cui sarebbe necessario intervenire il prima possibile, con una certa urgenza. I dati allarmanti parlano di cali sulle particelle Pm10, mentre i dati sulle altre particelle inquinanti sarebbero ancora incerti. Un esempio le PM2,5, più piccole delle altre. Le conseguenze sono negative soprattutto per la salute, in quanto il rischio di malattie causate dall’inquinamento atmosferico sembra essere sempre più alto, nonostante alcuni livelli di inquinamento siano stati già ridotti, come nel caso dei metalli pesanti.
Se qualche giorno fa si incriminava solo l’Italia come Paese dell’Unione Europea con l’aria più inquinata, è bene riportare anche altri dati allarmanti riferiti ad altre città. Ne da nota il commissario dell’Unione Europea per l’Ambiente Potocnik, secondo cui il totale dell’81 per cento dei cittadini europei, quindi non solo italiani, respira agenti inquinanti al di sopra della media. Non vi era periodo migliore del 2013 per interessarsi alla qualità dell’aria in Europa. Tutti i Paesi della Comunità sono chiamati, dunque, ad adottare e formulare, il prima possibile, politiche anti-smog per salvaguardare la tutela della salute pubblica.
Stando ai dati riportati da Ermete Realacci, deputato del Pd nella Commissione Ambiente sarebbero circa 9mila le morti registrate all’anno a causa delle malattie dovute all’inquinamento atmosferico, solo in Italia. È quindi necessario intervenire con politiche a misura della mobilità sostenibile, sia per tutelare la salute dei cittadini, sia per evitare di essere multati dalla Comunità Europea.
Oltre alle politiche di mobilità sostenibile, ovvero piste ciclabili o l’utilizzo di veicoli elettrici o mezzi di trasporto, sarebbero necessarie politiche sulle emissioni industriali, volte a imporre parametri ristretti rispetto a quelli attuali.
Foto di Roberto Plata