Facciamo un po’ di conti relativi ai mezzi militari. In termini di consumi un aereo tipo F-15 Eagle consuma circa 16.200 litri/ora, un bombardiere B-52 12.000 litri/ora, un elicottero Apache 500 litri/ora. Numeri che non possono non impressionare chi tiene alla sostenibilità ambientale. Rischiamo veramente di trovarci di fronte ad una situazione irreparabile per ciò che riguarda l’inquinamento ambientale e l’inquinamento dell’aria in particolare.
Le spese militari che non tengono conto del rispetto dell’ambiente suscitano polemiche anche negli Stati Uniti, mentre ad esempio la Cina, seppure non si sottragga a spese per il riarmo, comunque sta investendo molto nella green economy.
L’obiettivo è sempre doppio: creare occupazione e provvedere al rispetto dell’ambiente. Gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili e nel capo dell’efficienza energetica sono in grado di produrre anch’essi occupazione, senza mettere in pericolo la tutela ambientale, cosa che invece non accade con gli armamenti.
Il Governo dovrebbe tenere in considerazione questa opportunità, piuttosto che puntare sulle spese militari. Il consumo energetico delle armi moderne è spaventoso e influisce molto sulla possibilità di mantenere inalterato il rispetto dell’ambiente.
Il Governo Monti dovrebbe puntare su scelte più green per creare nuovi posti di lavoro. Le armi non rappresentano la scelta più adeguata: sono seminatrici di morti, ma anche propugnatrici di danni ambientali inestimabili.
Se si cerca un modo per superare la crisi, quella delle armi non è la scelta migliore. Non bisogna dimenticare che lo sviluppo sostenibile può essere una via d’uscita da valutare e rivalutare. Sviluppo sostenibile vuol dire puntare sull’innovazione che sia capace di essere ecosostenibile.
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