La terribile vicenda di inquinamento che ha coinvolto il fiume Lambro sta (forse) per volgere al termine. Sono stati infatti indagati i titolari della raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, accusati di aver procurato il disastro ambientale per coprire l’evasione delle tasse su tonnellate di idrocarburi. Il sabotaggio della valvola del serbatoio ha causato la fuoriuscita di circa 2.600 tonnellate di greggio, finiti nelle acque del fiume Lambro e arrivati ad intaccare persino il delta del Po. A distanza di quasi un anno, forse qualcuno verrà consegnato finalmente alla Giustizia.
I presunti autori dello sconsiderato gesto sono Giuseppe Tagliabue e Rinaldo Tagliabue, 54 e 49 anni, proprietari dell’impresa. L’accusa parla di “sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli oli minerali“, che se venisse verificata porterebbe i due uomini a scontare una pena salata per disastro ambientale. E’ possibile che i due non abbiano agito direttamente, ma abbiano usufruito della complicità di qualche operaio.
Certamente non si tratta di una delle fuoriuscite di petrolio peggiori della storia, però, nel microcosmo brianzolo questo episodio ha creato scompiglio. Già il fiume non gode di ottima fama per la pessima qualità delle acque, in più questi riversamenti di petrolio hanno contribuito a rendere ancora più sporco il corso d’acqua. Minacciando seriamente gli habitat e gli animali che lo popolano.
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