Due recenti ricerche hanno evidenziato la correlazione tra l’inquinamento atmosferico e l’insorgenza di gravi patologie neurodegenerative come Alzheimer e demenza.
Si susseguono gli studi e le analisi degli esperti sul collegamento tra l’esposizione alle sostanze inquinanti presenti nell’aria ed il rischio di sviluppare patologie gravi. Tra queste malattie ci sarebbero anche alcune neurodegenerative come Alzheimer e demenza.
Proprio di recente sono arrivate due nuove ricerche che hanno messo nero su bianco questa correlazione spiegando che l’esposizione alle particelle di piccole dimensioni (PM 2,5) aumentano in maniera significativa l’insorgenza di malattie come demenza ed Alzheimer
Due recenti ricerche hanno analizzato il possibile collegamento tra inquinamento atmosferico e sviluppo di malattie neurodegenerative, come demenza e Alzheimer. Patologie che non sono state spesso collegate agli agenti inquinanti, contrariamente a quelle legate all’apparato respiratorio o ai tumori.
La prima analisi è stata pubblicata a fine aprile sul British Medical Journal e si è concentrata sul collegamento tra l’inquinamento e l’insorgenza della demenza mettendo a confronto diversi studi precedenti. La metanalisi ha dimostrato come le particelle di PM 2,5 potrebbero provocare questa patologia, così come il biossido di azoto e l’ossido di azoto, anche se quest’ultimi due avrebbero un’incidenza inferiore rispetto alle particelle di particolato.
Secondo lo studio dei ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health, nel mondo sono oltre 57 milioni le persone affette da demenza e potrebbero arrivare a 153 milioni entro il 2050. Il 40% di tali casi potrebbe essere stato provocato dall’esposizione all’inquinamento atmosferico.
Gli esperti concludono, dunque, che intervenendo sulle emissioni e limitando le esposizioni si potrebbero prevenire questi casi.
Il secondo studio, condotto da vari scienziati e pubblicato poche settimane fa sul Journal of Alzheimer Disease, ha preso in esame, invece, inquinamento e Alzheimer. Anche in questo caso sarebbe emerso come le polveri sottili (PM 2,5) ed il biossido di azoto aumenterebbero il rischio di sviluppare questa grave patologia neurodegenerativa.
L’analisi ha esaminato un campione di 1.100 uomini di 56 anni per un arco temporale di 12 anni tenendo conto anche della qualità dell’aria respirata quotidianamente. Al termine dei 12 anni, i pazienti che avevano avuto un’esposizione maggiore ad agenti inquinanti hanno mostrato un deterioramento delle funzioni cognitive rispetto a quelli che vivevano in luoghi con aria più pulita.
Questi sono solo alcuni degli studi del settore che evidenziano come l’inquinamento atmosferico possa provocare danni alla salute dell’uomo.
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