L’inquinamento del mare sta provocando un aumento della tossicità dei cianobatteri. Il fenomeno riguarda in maniera particolare il Mar Baltico e sarebbe dovuto nello specifico all’eutrofizzazione determinata alle emissioni di azoto e di fosforo nel corso degli ultimi 150 anni. A mettere in risalto una situazione da non trascurare sono stati i ricercatori dell’Università svedese di Göteborg, che hanno svolto uno studio specifico sull’argomento. Il tutto non fa altro che mettere a rischio la sostenibilità ambientale, provocando danni all’ambiente. Sarebbe necessario trovare delle soluzioni.
Dall’Unione Europea sono stati messi a punto dei parametri ecologici contro l’inquinamento del mare. Ma a quanto pare ci sarebbe bisogno di strategie più adeguate, per fronteggiare una situazione di pericolo ambientale. Una questione che non va affatto sottovalutata, se pensiamo alle conseguenze che può creare. L’inquinamento del mare mette a rischio i molluschi, per fare un esempio concreto, ma questo è solo uno degli effetti che è possibile riscontrare a causa dell’inquinamento delle acque marine.
Legambiente ha rintracciato le principali cause dell’inquinamento del mare. In ogni caso è bene tenere presente che i nostri comportamenti non ecocompatibili hanno una grande percentuale di responsabilità in questo senso. Alcuni tuttavia attribuiscono l’aumento della tossicità dei cianobatteri a cambiamenti del clima che sarebbero in corso da circa 7.000 anni.
I danni sono molti, specialmente per il bestiame che beve l’acqua resa tossica dai cianobatteri. Secondo ciò che hanno dichiarato gli esperti per rimediare si dovrebbero togliere dalle acque azoto e fosforo.