Un nuovo dossier della sezione italiana del WWF in tema di inquinamento del mare pone l’attenzione su un aspetto molto spesso sottovalutato delle nostre spiagge. Si parla in questo rapporto dell’influenza che gli stabilimenti balneari hanno sull’ambiente e sull’impatto che queste costruzioni e attività possono causare sulle coste del nostro Paese. Molto spesso, secondo il WWF, esistono in Italia costruzioni di questo genere non regolarizzate e questo, assieme ad una pratica poco rispettosa per quanto riguarda la tutela ambientale, porta sempre ad un impoverimento delle nostre spiagge, oltre a fenomeni naturali molto dannosi, come l’aumento dell’erosione delle coste.
L’inquinamento causato da molti stabilimenti balneari e una pericolosità sempre crescente sono documentati nel rapporto “Sabbia: l’oro di tutti a vantaggio di pochi”. Il rapporto del WWF mette in luce alcune irregolarità che coinvolgono attività di questo genere in Italia, soffermandosi in particolare sull’abusivismo edilizio e sulla situazione italiana delle spiagge libere, sempre più soffocate, secondo il WWF, dal degrado.
Secondo Stefano Leoni, presidente del WWF, è necessario per risolvere questi problemi di impatto ambientale porre fine ad una pratica che favorisca solo l’economia di chi gestisce questi impianti. Bisogna anche agire per garantire una corretta conservazione ambientale e per preservare il corretto stato della natura e del paesaggio, spesso deturpato.
Per farlo bisognerebbe ad esempio fare un quadro della situazione molto chiaro attraverso un vero e proprio censimento a livello nazionale, rivedere la normativa che regola queste attività, permettere una più ampia conservazione delle spiagge libere e controllare spesso che tutto venga effettuato regolarmente.