Quando si parla di resistenza agli antibiotici le cause possono essere molteplici: un nuovo studio ha analizzato le conseguenze dell’inquinamento.
Un antibiotico è un farmaco che ha lo scopo di impedire la diffusione batterica, provocando la morte del batterio stesso. Generalmente l’antibiotico si usa in caso di infezioni ma, in alcuni casi, si registra un uso non conclusivo di questi farmaci a causa della cosiddetta antibiotico-resistenza. Talvolta si tratta di un naturale meccanismo di adattamento dei microorganismi ad ambienti non favorevoli, ma in altri casi può essere il frutto di un uso eccessivo di questi farmaci, con conseguenze piuttosto negative sul lungo termine. I batteri imparano infatti ad adattarsi ai nuovi farmaci antimicrobici, che diventano dunque inutili da un punto di vista della salute.
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, inoltre, ha scoperto una connessione che non lascia affatto ben sperare tra inquinamento e antibiotico-resistenza. I risultati dello studio riguardano i dati raccolti e analizzati in 116 Paesi del mondo tra il 2000 e il 2018. Le polveri sottili disperse nell’atmosfera, secondo quanto scoperto dai ricercatori, hanno provocato un aumento del 1,1% di antibiotico-resistenza ogni 10% di aumento di PM2,5, relazione che non ha fatto che rafforzarsi negli ultimi anni.
Ad oggi inquinamento e resistenza agli antibiotici possono essere considerati due dei fattori di rischio più grandi per la salute: il primo comporta l’insorgere di malattie croniche come asma, cardiopatie e tumori, tanto che a giugno scorso il Tribunale Amministrativo di Parigi ha condannato lo Stato francese a risarcire le vittime dello smog. La seconda causa ogni anno la morte di 1,3 milioni di persone, soprattutto nelle aree più povere del pianeta.
La correlazione tra i due denotata dagli scienziati non è di certo positiva, eppure è necessaria una specifica: i ricercatori hanno infatti affermato che i dati dello studio sono ancora sotto analisi e osservazione. I dati relativi a molti Paesi, infatti, sono mancanti e sebbene sia stata notata una correlazione tra inquinamento e antibiotico-resistenza, manca un vero e proprio nesso di causalità tra i due fattori.
Ciò che è certo, però, è che in un futuro non troppo lontano, se non si prenderanno provvedimenti seri per preservare la salute pubblica, le percentuali potrebbero aumentare, mettendo a rischio centinaia di migliaia di persone: si stima che infatti che le morti premature dovute a questo fenomeno potrebbero aggirarsi attorno alle 840mila l’anno.
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