Nelle foreste e nei boschi d’Italia si annida un insetto estremamente pericoloso la cui infestazione è una questione molto difficile da risolvere e che potrebbe addirittura essere favorita, come tante situazioni critiche, dai cambiamenti climatici
La natura cerca in ogni modo di trovare un equilibrio che tenga in vita tutti gli esseri viventi ma il modo in cui alcuni particolari esseri viventi si riproducono e sopravvivono mette a volte a repentaglio la sopravvivenza di altri esseri viventi. Ed è per esempio un caso quello che succede con alcuni insetti parassiti che vivono succhiando il sangue degli animali più grandi che assumono senza volerlo la funzione di ospiti.
E restando tra gli insetti ne esiste uno, purtroppo molto diffuso anche nelle foreste italiane, che è estremamente pericoloso tanto da avere una propria pagina addirittura sul sito ufficiale del Servizio forestale e faunistico della provincia di Trento nella sezione che riguarda le foreste del Trentino. La presenza di questo insetto mette a repentaglio la tenuta stessa di questi ambienti e di conseguenza anche il modo in cui l’essere umano può interfacciarsi con le piante e gli animali del bosco.
È piccolo, marrone scuro e in realtà assomiglia a molti altri piccoli insetti marrone scuro che possono trovarsi a passeggiare sulle cortecce degli alberi in un bosco o in una foresta. Ma questa creatura così minuta, che non arriva a misurare più di mezzo centimetro, è un vero e proprio killer soprattutto degli abeti rossi di cui sono ricche le foreste del Trentino Alto Adige. Si chiama bostrico tipografo, mentre il suo nome scientifico è Ips thypographus. Un nome che potrebbe sembrare fantasioso ma basta guardare ciò che combina sotto la corteccia degli alberi per capire che l’appellativo di tipografo viene probabilmente dal modo in cui scava e disegna nella polpa degli alberi le zone in cui lascia le uova dopo la fecondazione.
Si tratta di un insetto già presente negli ambienti montani italiani ma a quanto pare la famosa, o dovremmo dire forse famigerata, tempesta Vaia ha creato le condizioni per una riproduzione massiccia e quindi una diffusione molto più imponente di questo pericoloso insetto parassita. Il modo in cui il bostrico scava le proprie gallerie all’interno dell’abete rosso provoca infatti una interruzione nel flusso della linfa che quindi non raggiunge più i rami con conseguente perdita degli aghi, uno dei segnali della presenza di infestazione da bostrico.
Uno dei fattori che influiscono sulla trasformazione delle larve di bostrico in esemplari adulti è la temperatura. Il comportamento tipico di migrazione che avviene a primavera prevede infatti temperature di almeno 16,5 gradi cui però devono aggiungersi un certo numero di giornate con livelli di temperatura oltre una certa soglia e un determinato numero di ore di irraggiamento solare. L’unico vero rimedio naturale alle infestazioni di bostrico, oltre alle piante che cercano di difendersi producendo la resina, sta nell’andamento di irraggiamento solare che inizia a diminuire a partire dal solstizio d’estate e le piogge. Ma i cambiamenti climatici, ed è qualcosa che viene sottolineato proprio sul sito ufficiale del corpo forestale del Trentino, che deve essere controllato perché potrebbe favorire condizioni di riproduzione e quindi di infestazione grave da parte di questo insetto pericoloso.
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