L’intelligenza artificiale sta entrando di soppiatto in molti ambiti della vita quotidiana, ma nel mondo del lavoro sta prendendo sempre più ampio spazio: quali mestieri scompariranno e quali professioni sostituirà.
Da quando l’avvento delle nuove tecnologie ha fatto capolino nel settore scientifico, sono stati molti i settori i cui pian piano si sono inserite diventando sempre più all’avanguardia.
Tra queste l’intelligenza artificiale potrebbe essere indicata come la più recente ma anche la più gettonata, in cui il progresso è sempre dietro l’angolo. L’intelligenza artificiale è infatti una tecnologia che vede l’imitazione e la simulazione del comportamento umano.
In questo senso, i campi di applicazione sono davvero tanti e non riguardano solo l’ambito più strettamente tecnico o scientifico ma anche il mondo del lavoro che abbraccia sia i settori manuali che funzioni professionali dove l’intelligenza artificiale può fungere da completamento, o addirittura sostituire, l’uomo.
Più l’intelligenza artificiale progredisce, più professioni e lavori possono vedere la sua avanzata fino ad arrivare a scomparire del tutto. Vediamo nel dettaglio come l’intelligenza artificiale può modificare il mondo del lavoro in maniera concreta e persistente.
Com’è intuibile dalla sua definizione, l’intelligenza artificiale è basata su molte componenti algoritmiche che vedono l’intreccio di matematica, informatica, ingegneria e statistica. Se simulare azioni o comportamenti dell’uomo è il suo fine, inevitabilmente anche i campi in cui le funzioni antropologiche sono indispensabili possono vedere l’ingresso dell’intelligenza artificiale.
In quest’ottica negli ultimi anni il settore più colpito dall’applicazione di questa tecnologia è proprio quello del lavoro, in cui inizialmente si pensava ad una messa in pratica solo per azioni più noiose o ripetitive, proprio come farebbe una macchina. In realtà in tempi più recenti il suo sviluppo è stato attuato anche in settori più creativi.
Più l’intelligenza artificiale sviluppa le sue potenzialità, più si incorre in un’automazione che vede strumenti più precisi o controllati delle azioni dell’uomo.
Ciò è molto visibile nei casi in cui l’interfaccia dell’intelligenza artificiale diventa quanto più accessibile e semplice possibile: più è user friendly, ovvero facile da usare per chiunque, più l’applicazione dell’intelligenza artificiale prenderà sempre più piede.
E’ ciò che sta accadendo ad esempio in professioni come tassisti, autisti, camionisti, funzionari e corrieri di posta, geometri, lettori di contatori, arbitri, lavoratori di fast food, piloti, con connessi assistenti di volo e controllori del traffico, interpreti, bibliotecari casellanti o anche consulenti finanziari ed esattori fiscali.
Questi sono solo alcuni di una lista più lunga di alcuni dei mestieri in cui gli automi, ovvero i robot, possono subentrare a queste figure professionali attraverso l’automatizzazione e la meccanizzazione di azioni e funzioni che prima potevano essere solo effettuate dall’uomo.
Un esempio tra tutti è ben visibile nei mezzi di trasporti dove spesso non ci sono conducenti umani ma l’automazione permette di condurre auto o anche aerei senza l’aiuto dell’uomo.
Se vogliamo avere un esempio più concreto in questo senso possiamo pensare alle metropolitane di Milano o anche a quella di Torino, dove è stato sperimentato per la prima volta in Italia il metodo Val, ovvero Veicolo Automatico Leggero, in cui i veicoli sono condotti in maniera automatizzata e robotica.
La lista delle professioni automatizzate, soprattutto a livello manuale e meccanico, è abbastanza ampia. Ma tra queste figure lavorative ci sono quelle più creative come ad esempio il settore del copywriting, il quale oggigiorno è particolarmente messo in risalto grazie all’intelligenza artificiale di Chat GPT. Anche per i non addetti ai lavori il nome non risulterà estraneo in quanto questa applicazione è stata spesso messa sotto accusa negli ultimi tempi.
Chat GPT non è altro che un modello di linguaggio basato sull’elaborazione del linguaggio umano in grado dunque di produrre dei testi molto simili a quelli dell’uomo.
L’interazione tra la macchina e il linguaggio naturale, quindi il dialogo tra i due linguaggi, permette di svilupparne un terzo quanto più analogo e somigliante a quello umano. In questo senso i settori che si basano sulla creatività intellettiva umana che riguardano la scrittura e in senso più ampio l’elaborazione testuale potrebbero venire sostituiti dall’intelligenza artificiale.
Se attualmente possono essere un aiuto per velocizzare i tempi di lavoro dando un’infarinatura testuale dell’elaborato, più saranno utilizzati e più il linguaggio umano aiuterà a perfezionare questi redattori automatizzati. L’intelligenza artificiale così potrà soppiantare anche i mestieri ritenuti più propri ed esplicativi della capacità intellettiva umana di creare o fantasticare.
Quello descritto finora può sembrare un quadro piuttosto nero per il mondo lavorativo, ma è anche vero che esiste un risvolto della medaglia. Se per molte professioni l’intelligenza artificiale può rappresentare una minaccia, in altri può invece essere una promotrice di nuovi lavori e figure professionali.
Secondo un report elaborato dal World Economic Forum nel 2020 le nuove professioni del futuro riguarderanno principalmente lo sviluppo della tecnologia, compresa l’intelligenza artificiale, arrivando a cifre di quasi 100 milioni di nuovi mestieri.
Per fare degli esempi più recenti un nuovo mestiere è quello dell’Ingegnere dell’Intelligenza Artificiale, il cui scopo è quello di applicare l’IA all’interno di un’impresa o un’azienda. Progettare, sviluppare e implementare macchine basate sull’intelligenza artificiale può dunque essere molto utile nei settori aziendale, rappresentando un plus in termini di competitività sul mercato commerciale.
Stessa cosa per il Machine Learning Specialist, ovvero una figura che si occupa di mettere a punto algoritmi predittivi attraverso l’uso di metodi matematici per manovrare un’informazione, sempre nel campo dell’intelligenza artificiale.
L’altra figura professionale riguarda invece il Manager della Transizione Digitale, ovvero figure che si occupano di organizzare nell’ambito aziendale l’applicazione delle nuove tecnologie, e dunque anche dell’intelligenza artificiale, secondo un’ottica di strategia di crescita imprenditoriale e concorrenziale.
A seguire anche il Data Scientist, ovvero la figura professionale che ha il ruolo di organizzare, analizzare e classificare la grande quantità di dati nell’ambito computazionale riferito soprattutto alle automazioni, dunque all’IA.
Le altre figure particolarmente gettonate sono, o potranno essere, quelle collegate alle mansioni digitali come l’e-commerce manager, ovvero di professionisti che agiscono nell’ambito del business e delle piattaforme di commercio online, in cui il potenziamento degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale potrebbe richiedere delle maggiori competenze per operare in questo ambito.
Allo stesso modo i SEO Specialist, ovvero figure esperte nell’ottimizzazione degli esperti di ricerca che si occupano di monitorare e studiare nuove tecniche e strategie per aumentare i flussi e l’andamento dei siti web. Infine, il Cyber Security Analysts, ovvero una figura principalmente di formazione informatica che si occupa della sicurezza, del controllo e della protezione dei sistemi aziendali e istituzionali da eventuali minacce e attacchi informatici.
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