I calabroni asiatici sono una specie particolarmente pericolosa e aggressiva da cui non è semplice difendersi. Eppure i bombi hanno una tecnica di difesa eccezionale: ecco quale strategia adottano.
Quando ci riferiamo al mondo animale la prima cosa da tenere presente è il concetto di prede e predatori. Per quanto faccia parte del ciclo della catena alimentare, la stessa sopravvivenza degli ecosistemi ne risente. Se da un lato è un ciclo naturale, dall’altro è la stessa natura a fare le spese.
Allo stesso modo le specie più aggressive possono rappresentare un pericolo per quelle più deboli, eppure i meccanismi di difesa che si innescano possono stupire.
E’ il caso dei bombi e dei calabroni asiatici, due specie così diverse ma anche capaci di insegnare tanto. I bombi sono tra gli impollinatori più produttivi e importanti per la salvaguardia dei nostri ecosistemi. Attraverso l’impollinazione permettono infatti di mantenere in equilibrio i vari sistemi ecologici e la nostra stessa sopravvivenza.
I calabroni asiatici, al contrario, sono tra le specie più pericolose ma anche tra le più diffuse negli ultimi anni. Quando i calabroni asiatici attaccano le colonie di bombi, il risultato può sembrare scontato, ma la strategia di difesa dei bombi è sorprendente.
Come abbiamo già accennato, i bombi sono degli impollinatori. Parenti stretti delle api domestiche, o meglio conosciute con il nome etimologico di ape mellifera, fanno parte della famiglia degli Apidae. Il loro genere di appartenenza, il Bombus, è particolarmente diffuso.
Esistono infatti circa 250 specie di bombi, o almeno di quelle conosciute, e il loro colore a strisce giallo e nero ricorda proprio quello delle api. Come queste ultime, i bombi vivono in colonie sorrette da una regina.
La particolarità dei bombi, però, è la loro spessa peluria, definita pubescenza, che permette a queste specie di difendersi dal freddo. Dunque la loro attività di impollinatori non cessa mai, in quanto molto efficaci e veloci. Inoltre, a differenza delle api quando impollinano un fiore lo fanno in una volta sola, passando così più rapidamente da un fiore all’altro.
Solitamente i bombi si differenziano dalle api anche perché sono più grandi e raramente pungono. I bombi sono infatti delle specie molto pacifiche e calme, non sono aggressivi ed è difficile che possano attaccare. Se pungono, è soltanto un meccanismo di difesa.
Anche in questo caso sono diversi dalle api in quanto, una volta che scatenano la loro puntura, non soltanto non muoiono ma il loro pungiglione non si stacca, permettendo così di pungere ancora.
E’ sempre bene però tenere sotto controllo la puntura in quanto il loro veleno è acido e può provocare infiammazioni, prurito e ovviamente essere doloroso.
Basterà però agire come una puntura d’ape con ammoniaca o farmaci adatti alle punture di insetti, anche se bisogna sempre fare attenzioni ad eventuali reazioni allergiche. La loro tecnica di difesa potrebbe non essere simpatica per l’uomo, ma nel caso dei calabroni asiatici potrebbe invece essere da manuale.
I calabroni asiatici sono una specie che vede le sue origini in Asia, in particolar modo nell’Asia sud-orientale in Paesi come Cina, India, Indocina, Nepal, Taiwan ma anche nell’est della Russia e nelle zone montuose del Giappone.
Per quanto i loro habitat siano orientali, negli ultimi anni si sono registrati avvistamenti e in alcuni casi delle vere e proprie invasioni di calabroni asiatici anche in Europa. La preoccupazione per il progressivo spostamento dei calabroni asiatici è data sia dalla loro aggressività che dalla loro pericolosità.
I calabroni asiatici sono dei predatori di insetti, maggiormente di impollinatori proprio come i bombi, rappresentando così una minaccia sia per l’uomo che per le stesse specie impollinatrici, le quali sono essenziali per i nostri ecosistemi.
Queste specie non soltanto hanno un veleno molto potente ma quando pungono non perdono il pungiglione. Ciò permette loro di continuare ad attaccare, per questo infatti è definito abbastanza aggressivo. Ma anche perché il loro pungiglione può arrivare fino a sei millimetri, oltre ad avere un’apertura alare di oltre sette centimetri.
Insomma, le sue dimensioni notevoli permettono al calabrone asiatico di essere notato in tempo, anche se la sua impetuosità potrebbe costare molto cara. Data l’alta concentrazione di veleno contenuta in questa specie, in alcuni casi una puntura da parte del calabrone asiatico può portare alla morte se non curata in tempo.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Exeter, in Cornovaglia, e pubblicata sulla rivista scientifica Communications Biology, i calabroni asiatici in Giappone arrivano ad uccidere circa una cinquantina di persone all’anno. Il loro veleno è infatti così tossico da non riuscire ad essere estirpato in tempo dal corpo prima di una ripresa.
Tutto ciò che bisogna fare per difendersi è agire con cautela e prudenza, guardarsi intorno in zone all’aperto, evitare di avere sempre tutti i sistemi di aerazioni aperti come finestre, balconi o finestrini dell’auto soprattutto in zone come quelle di campagna, fare meno uso possibile di profumi o creme ed evitare di usare insetticidi se non sono prettamente mirati, altrimenti continueranno a pungere chi è nelle vicinanze.
Ad effettuare la strategia di difesa più particolare sono però proprio i bombi, la cui tecnica è stata analizzata proprio dall’Università di Exeter nel corso di un esperimento.
Gli esperti dell’ateneo della Cornovaglia hanno condotto una ricerca sui meccanismi di attacco e difesa aventi come protagonisti proprio i calabroni asiatici e i bombi. Come riporta lo studio pubblicato anche dalla rivista Nature
Gli scienziati hanno assistito a ben 120 scontri tra queste due specie, notando come i bombi quando vengono attaccati cadono a terra ma poi subito trascinano via i loro predatori. Questa mossa a sorpresa sconcerta i calabroni asiatici che quindi si indeboliscono mollando la presa, dando così spazio di manovra ai bombi che li pungono.
In tutte le centinaia di volte che si sono ripetuti questi meccanismi di attacco e difesa, puntualmente i bombi hanno respinto i loro aggressori. Una strategia difensiva degna di nota nella cerchia del ciclo vitale ed ecologico, ma ciò non basta del tutto per assicurare un numero equilibrato di colonie di bombi.
Queste infatti tendono a diminuire dove sono presenti anche i calabroni asiatici. I ricercatori hanno notato, in ogni caso, un impatto ambientale intimidatorio e pericoloso per le colonie di bombi, nonostante la loro mossa difensiva fosse molto efficace nel far desistere gli attacchi.
Questo accade anche perché a livello di energia costa molto ai bombi che, per quanto possano difendersi, possono sempre perdere qualche loro componente. Ciò li rende dunque man mano più deboli, andando così a far diminuire di volta in volta il numero delle colonie.
A riprova di ciò, un ulteriore studio che stavolta è stato condotto in Spagna, nella provincia di Pontevedra, ha allevato una dozzina di siti di colonie di bombi proprio dove erano concentrati anche i calabroni asiatici.
Il risultato è stato lo stesso: più la presenza dei calabroni asiatici era alta, più le colonie di bombi avevano difficoltà nel mantenere intatto il loro sviluppo.
Se da un lato la scoperta di una strategia difensiva dei bombi permette di capire quale sia uno dei modi migliori per questi animali di difendersi, dall’altro fa crescere anche la preoccupazione per questi impollinatori così importanti per l’ambiente e per la nostra stessa sopravvivenza, i quali arrivano allo stremo delle loro forze ed energie per proteggersi (e proteggerci).
Il WWF ha voluto lanciare dei preziosi consigli da mettere in atto in questo prossimo…
Hai pianificato il menù di Natale e tra le varie pietanze compare l'anguilla? Ecco perché…
Cosa accomuna queste piante, se non la lettera Z? E' difficile conoscerle tutte: alcuni nomi…