Il tuo fedele iPhone ti sembra ormai destinato ad essere trasformato in un rifiuto ma anziché buttarlo c’è un luogo in cui devi portarlo perché torni a nuova vita
La tecnologia che avanza genera nuovi device e prodotti che entrano con sempre maggior prepotenza nella vita di tutti i giorni. Ognuno adesso possiede almeno uno smartphone e, in alcuni casi, anche più di uno oltre a tablet, PC portatili, desktop, console con tutti i loro accessori e giochi, decoder satellitari e per il digitale terrestre, smart TV e così via. Tutti questi oggetti tecnologici hanno però una data di scadenza e per quanto si voglia essere delicati, gentili e accorti, prima o poi vanno abbandonati al loro destino di rifiuto speciale.
Ma non deve essere per forza così e soprattutto occorre trovare tutti i modi per cui questi oggetti così complessi, e la cui produzione genera molto inquinamento nonché l’utilizzo di grandi quantità di risorse di cui la Terra non ha quantità illimitate, possono essere riutilizzati. Come succede nel caso degli iPhone e degli altri prodotti Apple che hanno un loro percorso particolare da seguire.
All’interno del tuo cellulare preferito ci sono una quantità di materiali, metalli e terre rare, la cui estrazione e produzione costa moltissimo. Per questo motivo riuscire a recuperare tutto ciò che si può da un oggetto che non funziona più è un sistema per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti che arriveranno dopo e allo stesso tempo avere a disposizione materiali per gli oggetti nuovi senza dover spendere per l’estrazione. Ma il riciclo degli oggetti tecnologici non è così semplice soprattutto perché ogni produttore ha il suo modo di assemblarli.
In questo Apple sta dando un esempio con il servizio offerto da Daisy. Si tratta di un gigantesco sistema automatizzato dotato di bracci che in pochi minuti analizza il modello di iPhone che gli viene proposto e lo smonta riducendolo in pezzi che poi sono distribuiti in base ai materiali che contengono e possono essere così riciclati e riutilizzati. Per poter avviare un prodotto Apple al riciclo attraverso il sistema Daisy occorre però che questo oggetto venga riconsegnato negli Apple Store.
Il sistema con cui Apple riesce ad estrarre i materiali da riutilizzare dagli iPhone che vengono gettati via perché inutilizzabili è di certo un circolo virtuoso e per questo vale la pena controllare quello che succede in altre grandi famiglie elettroniche. Il sito ufficiale di Samsung a tal proposito è illuminante. Anche senza giganteschi robot dal nome simpatico, Samsung sembra adottare una politica molto simile a quella di Apple con un occhio in più alla durabilità dei prodotti. La società ha in particolare adottato un sistema definito “circuito chiuso per la plastica” nello Asan Recycling Center che si trova in Corea dove vengono inviati gli elettrodomestici e gli oggetti. Il centro di riciclo, che funziona in collaborazione con i vari sistemi di raccolta dei rifiuti elettronici compresi quelli che si trovano in Italia, suddivide il materiale che poi viene inviato in fabbrica per trasformarsi in nuove parti plastiche. Ovviamente gli oggetti non vengono inviati al centro di riciclo nella loro forma originale ma frantumati per poter essere poi facilmente trasportati. Apple e l’esempio di Samsung sono solo alcune delle nuove politiche che molti produttori di oggetti tecnologici stanno adottando ma nulla può funzionare se da parte dell’utente non c’è la consapevolezza che anche un oggetto tecnologico che non funziona più non è un rifiuto indifferenziato da gettare senza riflettere.
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