Ischia, l’abbruciamento di rami e sterpaglie causa la diffusione di polveri sottili e rende l’aria irrespirabile, senza contare i danni alla salute delle persone. L’ultimo episodio si è verificato nella giornata di sabato.
Prima ancora di analizzare quanto verificatosi nel pomeriggio di sabato scorso a Ischia, è doveroso fare una precisazione: bruciare rami e sterpaglie, a patto che si rispettino determinate condizioni, non è reato. Motivo per il quale, a partire dall’inizio del mese, sempre più persone hanno ricominciato a sfruttare questa pratica per liberarsi di materiali vegetali di risulta. Talvolta, anche lasciandosi sfuggire la situazione di mano.
Come sancito dall’articolo 182, comma 6-bis, del D. Lgs. 152/2006, è consentita “l’attività di raggruppamento ed abbruciamento, quando effettuata nel luogo di produzione, dei materiali vegetali“. Tuttavia, come sottolineato in precedenza, le suddette operazioni debbono essere condotte in condizioni di massima sicurezza. Aspetto, quest’ultimo, che non sembrerebbe esser stato rispettato a Ischia.
Presso l’isola situata in provincia di Napoli, solamente lo scorso sabato, qualcuno ha avuto la malaugurata idea di dar fuoco a rami e sterpaglie. L’episodio si è verificato in località Pantano (litorale dei Maronti). Nel giro di qualche minuto, le fiamme si sono tramutate in un rogo che ha richiesto il pronto intervento dei vigili del fuoco.
Bruciare sterpaglie o rami presso il luogo stesso in cui quest’ultimi sono stati prodotti è un’attività regolamentata dal Testo Unico Ambientale. Tuttavia, come sancito dall’articolo 182, debbono essere rispettate determinate condizioni affinché non si arrechino danni all’ambiente, né alla salute delle persone.
A Ischia, il rogo divampato in località Pantano non parrebbe aver osservato nessuna delle suddette condizioni. Come riporta un articolo de Il Mattino, “l’idea di bruciare sterpaglie […] si è trasformata in un rogo che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco“. Il fenomeno, assieme a molti altri che si sono verificati fin dall’inizio del mese, starebbe rendendo l’aria dell’isola irrespirabile.
La suddetta pratica agricola – che consente di liberarsi dei materiali vegetali di risulta – è infatti vietata nel caso in cui le condizioni meteorologiche non ne consentano una corretta esecuzione.
In modo particolare, appiccare il fuoco agli scarti vegetali è proibito in tutte quelle situazioni in cui “le condizioni meteorologiche favoriscono il ristagno della fumosità prodotta ed impediscono la facile dispersione del contenuto particellare in atmosfera“.
A Ischia, in seguito allo scoppio dell’ennesimo rogo, gli abitanti non hanno esitato a lanciare l’allarme. D’altra parte, come riporta Il Mattino, la creazione di una cappa persistente – soprattutto in orari quali l’alba e la sera – starebbe rendendo l’aria irrespirabile da giorni.
Una delle maggiori problematiche connesse ai roghi di Ischia è rappresentata proprio dalle polveri sottili. Nello specifico, sarebbero state le condizioni meteorologiche stabili e l’assenza di precipitazioni a favorire l’accumulo di materiale particolato nell’atmosfera.
Le polveri sottili (Pm10), come riporta il Ministero della Salute, “sono caratterizzate da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e possono essere trasportate anche a grande distanza dal punto di emissione“. In aggiunta a ciò, esse avrebbero la capacità di “penetrare nell’albero respiratorio umano ed avere effetti negativi sulla salute“.
Nello specifico, i soggetti che maggiormente risentono dell’inquinamento causato dal particolato sono bambini, anziani e individui affetti da malattie cardiopolmonari o respiratorie. È su quest’ultimi, dunque, che si stanno focalizzando le attenzioni del personale sanitario, soprattutto in seguito a quanto verificatosi sabato 14 ottobre in località Pantano.
“Servono più controlli da parte dei comuni“, è l’appello di una residente del comune di Ischia, che di fronte all’ennesimo rogo divampato sull’isola non ha potuto non sollevare la propria voce. Una voce che si unisce a quelle di moltissimi altri cittadini, stanchi di respirare aria inquinata e di doversi confrontare quotidianamente con le polveri sottili.
La residente in questione chiede che le amministrazioni valutino la possibilità di prorogare il via libera ai roghi, così da scongiurare il verificarsi di incendi boschivi, in grado di “procurare danni enormi all’ambiente“.
Tra l’altro, la normativa concernente l’abbruciamento di sterpaglie è regolamentata anche dall’articolo 844 del Codice Civile, il quale stabilisce che, a fronte di un rogo che crei particolari danni ai vicini di casa, il responsabile dell’appiccamento potrebbe andare incontro a ripercussioni di carattere legale. Una ragione in più, dunque, per tenere sotto stretta sorveglianza questa pratica.
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