Isola delle Femmine (PA), lo spettacolo delle 90 uova di tartarughe schiusesi in spiaggia: grazie all’intervento di militari, biologi e volontari, i nuovi nati hanno potuto prendere il largo.
Erano all’incirca 90 ed avrebbero potuto incontrare parecchie difficoltà durante la loro corsa verso il mare aperto. Tuttavia, grazie all’intervento di biologi e volontari del Wwf, nonché al contributo dei militari della capitaneria di porto di Palermo, le piccolissime tartarughe Caretta caretta hanno potuto prendere il largo e scoprire per la prima volta il mare.
Una nidificazione di carattere straordinario, quella che ha interessato un tratto di arena dell’isola delle Femmine, in provincia di Palermo. Le 90 uova segnalate da un cittadino erano state depositate presso una spiaggia adiacente al limite occidentale dell’area marina protetta di Capo Gallo-Isola delle Femmine. Si tratta, nella fattispecie, di una zona la cui sorveglianza ricade proprio sulla capitaneria di porto di Palermo.
È stata l’associazione LiberAmbiente, allertata da un cittadino, ad imbattersi nelle 90 uova schiusesi (nonché in cinque esemplari già in procinto di lasciare il loro nido). Dopo aver messo in sicurezza la spiaggia, i volontari dell’associazione sono stati raggiunti dai militari e dai membri del Wwf, assieme ai quali hanno contribuito alla realizzazione di un vero miracolo.
Non era mai accaduto, come sottolinea il Giornale di Sicilia (che per primo ha narrato l’avvenimento), che presso l’isola delle Femmine palermitana avesse luogo una nidificazione di simile portata. Ben 90 uova di tartarughe rinvenute in un tatto di spiaggia adiacente all’area marina protetta di Capo Gallo-Isola delle Femmine, e sul punto di schiudersi.
Tra queste, cinque esemplari erano già venuti al mondo al momento del ritrovamento e si preparavano a correre incontro al loro destino.
È stato un cittadino della zona a segnalare la presenza delle uova, immediatamente prese in carico dall’associazione LiberAmbiente, che ha accudito e sorvegliato l’eccezionale nidificazione per giorni. In seguito si sono aggiunti i militari della capitaneria di porto di Palermo, incaricati di supervisionare quell’area, nonché biologi e membri del Wwf Italia.
Nei giorni che hanno preceduto la corsa delle tartarughe Caretta caretta verso il mare aperto, i volontari del Wwf ne hanno approfittato per illustrare a bambini e studenti accorsi il ciclo di riproduzione di questa specie di tartaruga, la più comune che si possa incontrare nel mar Mediterraneo.
Poi l’ultimo, emozionante spettacolo. Una volta che le 90 uova sono state depositate presso il bagnasciuga, i nuovi nati hanno salutato definitivamente militari e volontari che si sono presi cura di loro, andando incontro al loro destino ed avventurandosi verso il mare aperto.
Gli esemplari rinvenuti presso l’isola delle Femmine palermitana appartengono alla specie Caretta caretta. Si tratta della più diffusa nel Mediterraneo, nonché in una delle più comuni da incontrare pressoché in tutti i mari del mondo (compreso il mar Nero).
Il periodo in cui gli esemplari si ritrovano per accoppiarsi – genericamente nei pressi delle spiagge in cui sono nati – è l’estate. Le femmine, nella fattispecie, arrivano a deporre fino a 200 uova, le quali vanno incontro ad un’incubazione compresa tra i 42 e i 65 giorni, prima di schiudersi.
Dei nuovi nati, sono veramente pochi gli esemplari che riescono ad arrivare sani e salvi in acqua, a causa dei vari pericoli in cui si imbattono lungo il tragitto. Una volta raggiunta la piattaforma continentale, le correnti marine assicurano alle tartarughe tutto il sostentamento necessario per la loro sopravvivenza.
Non è la prima volta che viene documentata una nidificazione dalle caratteristiche a tal punto eccezionali. Durante il mese di luglio 2023, presso l’isola d’Elba, si è verificato un avvenimento straordinario: ben cinque nidificazioni di tartarughe marine, rinvenute in cinque spiagge diverse dell’isola.
Un episodio che non mancò di richiamare su di sé attenzioni da tutte le parti. Nel giro di qualche giorno, biologi, volontari e attivisti si erano mobilitati al fine di sorvegliare le decine di uova deposte (le quali, senza un’adeguata protezione, sarebbero andate incontro alla peggiore delle sorti).
I piccoli, venuti al mondo tra agosto e settembre 2023, hanno dunque avuto salva la vita grazie alla collaborazione di esperti ed animalisti che si sono presi cura di loro. E che, con pazienza e dedizione, ne hanno atteso la corsa verso il mare aperto.
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