La plastica è davvero il male inguaribile di questo secolo, ma cosa si vuole fare per ridurla? Scopriamo gli obiettivi più vicini quali sono
Ebbene sì, è chiaro agli occhi di tutti noi che oramai la sfida contro la crisi climatica rappresenti una vera e propria emergenza e che soprattutto non possa essere sottovalutata. Bisogna agire ora e subito nella speranza di poter arginare, quanto più possibile, quelli che sono i terribili effetti a cui stiamo andando incontro. Sono ormai anni d’altronde, se non addirittura decenni, che sentiamo parlare degli effetti e delle conseguenze che la nostra attività spesso incontrollata avrà sul pianeta: il nostro comportarci, insomma, come se avessimo risorse infinite non può e non deve continuare.
Proprio per questo motivo, soprattutto negli ultimi anni, la questione in merito al cambiamento climatico e al futuro del nostro pianeta ha cominciato a sensibilizzare sempre più persone. Uno dei problemi più urgenti a cui tutti noi ci interfacciamo, però, riguarda proprio la plastica: la sua diffusione massiccia e soprattutto in che modo questo materiale, di cui purtroppo tutti noi facciamo un uso quasi quotidiano, può andare a intaccare la salute del nostro pianeta e della sua magnifica biodiversità. Per approfondire il tema, continuate a leggere insieme a noi.
Le cosiddette isole di plastica sono oramai diventate una vera e propria emergenza che non possiamo ignorare, e sono sempre di più le attività e le persone che decidono di riunirsi nella speranza di poter risolvere o quanto meno ridurre questo grande male che ha ormai colpito il nostro pianeta. Nello specifico, infatti, pare che le cosiddette isole di plastica nel Pacifico abbiano ormai raggiunto delle dimensioni che sono paragonabili a tre volte le dimensioni della Francia. Si tratta, come tutti possiamo ben immaginari, di dati sconvolgenti e che ci lasciano atterriti.
Mai come adesso, però, il momento non è quello di lasciarsi andare o di guardare inorriditi ciò che ci circonda, quanto più quello di rimboccarci le maniche per agire e migliorare il nostro futuro. Ed è proprio per questo che non devono passare inosservate le missioni di tantissimi team green, come ad esempio Ocean Cleanup, che hanno come obiettivo proprio quello di ridurre la quantità di plastica che ormai inquina il nostro pianeta.
Per quanto riguarda, nello specifico, Ocean Cleanup, questa è un’organizzazione no profit che ha sede nei Paesi Bassi e che si è prefissata come obiettivo proprio quello di riuscire, quanto più possibile, a ridurre la quantità di plastica che oramai inquina la nostra superficie e in particolar modo gli oceani. Dopo anni di ricerca, infatti, questa organizzazione ha creato un sistema che le potrebbe permettere di recuperare ben 700 chilogrammi di spazzatura al giorno, con un obiettivo del 90 per cento della plastica entro il 2040.
I costi, ovviamente, non sono da sottovalutare per mettere in atto questa impresa e sono anzi stimati intorno ai 7,5 miliardi di dollari. Il tutto dovrebbe avvenire grazie alla tecnologia di un localizzatore GPS che emula il movimento della plastica negli oceani, rileva i punti più caldi e quindi cerca di captare in quali aree questi resti si trovano. A questo punto, attraverso due navi, vengono poste due barriere galleggianti a U per bloccare la spazzatura ed estrarla.
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