Le cosiddette isole fantasma sono esistite davvero o sono solo state immaginate? Andiamo a vedere la situazione delle masse di terraferma che non risultano più sulle mappe.
La conoscenza geografica della Terra è in continuo divenire dalla notte dei tempi. L’uomo ha da sempre voluto capire l’esatta ubicazione dei luoghi che via via si andavano a scoprire. Le spedizioni dei tempi lontani avevano questo principale scopo e contribuivano a predisporre le carte geografiche sempre più precise e aggiornate. La descrizione e la mappatura delle isole o di altri luoghi ameni era una prerogativa dei viaggi in nave effettuati da lungimiranti uomini con la passione irrefrenabile della scoperta e dell’avventura.
Appena l’uomo fu in grado di costruire navi abbastanza robuste per solcare i mari e affrontare viaggi molto lunghi sono cominciate le spedizioni via mare, con lo scopo di scoprire nuove terre e nuovi popoli. L’ambizione governava gli uomini che si cimentavano in queste epiche imprese, dietro i quali in genere c’erano gli interessi di paesi con mire espansionistiche come l’Inghilterra o la Spagna che dominavano con le loro flotte i mari di mezzo mondo.
Spesso però capitava che i racconti e le mappature non coincidessero poi con l’effettiva presenza di tale luogo o delle indicazioni per trovarlo. Un esempio moto noto è la famosa isola Hy-Brasil, che avrebbe dovuto trovarsi al largo della costa irlandese occidentale. Di lei si hanno le prime notizie intorno al 1325, e alcuni resoconti di viaggi successivi ne confermavano la presenza, ma quando John Cabot intraprese il suo viaggio verso le Americhe nel 1497 e non la incontrò, si iniziò a pensare che in realtà non fosse mai esistita. Dal 1865 è stata rimossa dalle mappe.
Un’altra isola in forse è l’isola di Antillia, descritta e collocata a ovest del Portogallo e della Spagna sin dal I secolo d.C.. Ma è nel 1474 che se ne ha una mappa che venne sfruttata da Colombo come possibile sosta nel suo epico viaggio transoceanico, ma non la trovò mai come pensava vicino alle Azzorre. Stesso destino per isola di Bermeja, sulle mappe dal 1539 al largo della costa messicana, ma via via abbandonata e definitivamente scomparsa dalle mappe dal 1921. James Cook, invece, ci ha parlato nel 1776 di un’isola sabbiosa al largo della costa orientale dell’Australia. Quella che verrà chiamata Sandy Island rimarrà sulle mappe per oltre 2 secoli, ma nel 20° secolo fu circondata da un alone di dubbio che ne decretò la non esistenza effettiva intorno agli anni 2000.
Se anche fossero realmente esistite queste isole fantasma potrebbero essere scomparse in realtà per cause naturali, vale a dire per colpa di eventi naturali come terremoti o tsunami che ne hanno determinato la scomparsa e la distruzione. Oppure i racconti su cui si basa la nozione della loro esistenza potrebbero essere stati non precisi sulla reale ubicazione, viste le scarse conoscenze geografiche dell’epoca. Può essersi trattato dunque di un semplice errore di collocazione, aprendo dunque alla possibilità di trovarsi magari da qualche parte e poter essere scoperte nuovamente.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…