L’abbattimento dei due orsi considerati dalla Provincia di Trento pericolosi, per il momento è stato sospeso. Il Tar si è espresso con chiarezza
“La misura dell’abbattimento consegue all’affermazione della pericolosità dell’animale, ma tale affermazione non trova spiegazione nell’impugnato decreto, né nei due pareri dell’Ispra. Nel caso in esame non sono stati eseguiti seri accertamenti al riguardo”. Così conclude la sentenza del Tar nero su bianco, che ‘assolve’ i due orsi sotto processo. Molto probabilmente la conseguenza diretta della sospensione dalla pena di morte per l’orsa Jj4 e Mj5 sarà il trasferimento in altra località, in parchi naturali disposti ad accogliere i plantigradi. Come giustamente sottolinea Legambiente, questa è un’occasione per ribadire nuovamente quanto il rapporto fra uomo e natura vada riconsiderato rispetto all’antropocentrismo dilagante, ed anche che il rischio zero in natura non esiste, dunque non è un obiettivo perseguibile. Così come sanno i navigatori che conoscono bene il mare o gli alpini ogni volta che si avventurano per le montagne. Gli animali selvatici hanno diritto alla loro vita ed all’espressione delle proprie inclinazioni naturali. Come la protezione dei cuccioli.
Il Tar ha sospeso la sentenza che ha visto come parti contrapposte da una parte la provincia autonoma di Trento, che richiedeva a gran voce l’abbattimento degli orsi, e dall’altra le associazioni animaliste, che si opponevano alla condanna di morte e chiedevano la possibilità di soluzioni alternative. Anche perché la legge, che è valida anche per la “speciale” provincia di Trento, prevede la possibilità di abbattere un animale solo ed esclusivamente se non esistono alternative. Già lo scorso mese le associazioni si erano proposte come organi di mediazione per trovare un posto per Jj4, e la LAV aveva detto che avrebbe ospitato l’orsa tanto odiata.
Il 26 maggio (oggi, ndr), il Tar del Trento si è finalmente espresso in favore di Mj5 e di Jj4. Quest’ultima è diventata molto nota nei fatti di cronaca a causa della possibile responsabilità dell’uccisione del runner Andrea Papi, avvenuta lo scorso 5 aprile. Dagli ultimi referti autoptici Jj4 è stata scagionata. A quanto pare la compatibilità con l’orsa non poteva essere accertata.
A questo punto la pena di morte è un pericolo sventato. Le alternative che si propongono sono due: lo spostamento in riserve naturali pronte ad accogliere i due orsi bruni – una in Romania e l’altra in Giordania – oppure la libertà. Entro il prossimo 27 giugno le parti in causa, ovvero la Provincia di Trento che chiede l’uccisione dei plantigradi, e le associazioni animaliste che sono per la liberazione, dovranno produrre la documentazione pertinente alla loro richiesta. A parere delle associazioni, in primis la LAV, sono concrete le possibilità di trasferimento.
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