John Clauser, Nobel per la Fisica 2022, dice la sua sulla situazione del cambiamento climatico e sugli approcci controversi di taluni ambientalisti: vediamo nel dettaglio
Nell’ambito delle problematiche climatiche che stanno interessando il Pianeta non esiste un unico pensiero, ma si sta sempre più consolidando e affermando una corrente definita più realista, composta da membri illustri, quali scienziati e studiosi, che propongono una visione completamente diversa della prevalente. Se, infatti, il maggior numero di esperti sembra orientato sulla certezza di una profonda crisi climatica in atto, con le conseguenze note, una parte del mondo accademico ridimensiona e riqualifica la tematica.
La teoria più acclarata sul Climate Change identifica cause ed effetti dell’estremizzazione del clima e dei fenomeni atmosferici, nell’attività antropica. L‘obiezione è che si basi su presupposti troppo generici e che addirittura si scontri con i dati disponibili. La climatologia storica, riferibile agli ultimi mille anni di vita della Terra, racconta di eventi estremi frequenti e ciclici, estranei all’attività antropica industriale che interessa gli ultimi duecento anni. Molti sostengono che si sia perso di vista il piano scientifico e si stia procedendo con allarmismi ingiustificati basati sul nulla. L’unica dato certo è l’aumento della temperatura media globale di circa 0,8 gradi centigradi dall’ottocento ad oggi.
Le posizioni contrapposte sulla disputa inerente la crisi climatica si riscontrano all’interno della comunità scientifica internazionale e dibattono sulle cause dell’aumento della temperatura. In particolare se tale variazione sia senza precedenti o se, al contrario, non rientri nelle normali alterazioni naturali che periodicamente hanno interessato la Terra. Si discute e molto sull’efficienza e la correttezza dei modelli climatici, sulle stime e le previsioni del futuro.
Il premio Nobel della Fisica, John Clauser, non si sottrae al dibattito e non fa sconti a nessuno. Membro della Co2 Coalition, ritiene che l’eccessivo pensiero ecologista stia sfociando in una sorta fanatismo pericoloso, tale da palesarsi anche con gesti eclatanti come imbrattare monumenti ed opere d’arte, da parte di quelli definiti gli eco-vandali di Ultima Generazione. Secondo il fisico “non esiste nessuna crisi climatica, ma una scienza del clima errata”. La definisce “pseudoscienza” e la relega ad un mero esercizio di propaganda irrazionale e di sensazionalismo giornalistico.
Sono sempre più numerosi gli scienziati che esprimono posizioni scettiche rispetto alla crisi climatica e che ritengono non esistano basi scientifiche che avvalorino le tesi sulle cause del riscaldamento globale. Le perplessità, infatti, riguardano proprio la possibilità di stabilire una relazione di causa-effetto tra aumento di CO2 e riscaldamento globale. Le critiche sono rivolte ai modelli climatici ritenuti poco affidabili e inefficaci nel riprodurre le variazioni climatiche del passato e soprattutto incapaci di predire quelle del futuro.
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