Nel gennaio del 1996, un aereo della compagnia Air Africa piombò su un mercato di Kinshasa durante le fasi di decollo: il bilancio e la ricostruzione della tragedia.
Il 1996 si aprì con un terribile incidente aereo avvenuto nella giornata dell’8 gennaio a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Un velivolo, durante le fasi di decollo, finì improvvisamente sul mercato di Simbazikita street.
Purtroppo, la tragedia provocò la morte di 237 persone, mentre altre 253 rimasero ferite, molte delle quali in maniera grave. L’aereo coinvolto, era entrato in servizio otto anni prima, ed gestito dalla compagnia Air Africa. Ma cosa è successo quel giorno? Vediamo tutte le fasi del terribile incidente registratosi quel giorno.
Quel terribile 8 gennaio del 1996, l’aereo era pronto per decollare, dall’aeroporto di N’Dolo, ma qualcosa andò storto. Il velivolo, difatti, era in sovraccarico, circostanza che determinerà il terribile schianto. L’aereo non riuscì nemmeno a raggiungere la velocità giusta e, dunque, a sollevarsi dal suolo.
L’Antonov An-32 di Air Africa, oltrepassò la pista dello scalo piombando nel vicino mercato di Simbazikita street di Kinshasa. Il luogo in quel momento era assai affollato, pieno di persone e veicoli su cui l’aereo finì senza che il pilota riuscì ad evitare l’impatto, dopo cui si incendiò.
Alcuni membri dell’equipaggio non persero la vita, ma furono soccorsi immediatamente, mentre per altri non ci fu nulla da fare.
Poco dopo il terribile incidente aereo si attivò nel giro di pochi minuti la grande macchina dei soccorsi, in molti si precipitarono sul luogo per aiutare i superstiti e alcuni dei feriti vennero trasportati al Mama Yemo Hospital, mentre altri vennero trasportati nei nosocomi vicini. Il numero delle vittime non è stato mai definito con certezza: il bilancio ufficiale parla di 237 vittime e 253 feriti.
Furono in un primo momento accusati e poi condannati per omicidio colposo i due piloti russi a cui venne inflitta la pena massima prevista: due anni di reclusione. I due, durante il processo, dissero che stavano utilizzando documenti che erano stati precedentemente presi in prestito da Scibe Airlift, questi erano a conoscenza del fatto che l’aereo in realtà diretto verso l’Angola. Le famiglie delle vittime e dei feriti ricevettero un risarcimento da parte di African Air e Scibe Airlift.
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