L’Adriatico è a rischio a causa dei cantieri e dell’inquinamento. È questa la conclusione a cui è arrivata una recente inchiesta, che ha messo in evidenza l’impatto ambientale forte sul mare Adriatico che stanno avendo le grandi opere in via di costruzione e la pesca eccessiva. In particolare il problema riguarda le specie marine che vivono nel Mar Adriatico, che sono sempre più soggette ad una progressiva riduzione. Basti pensare ad esempio che la vongola di mare è passata dalle 2.443 tonnellate di raccolta del 2006 alle 494 tonnellate di raccolta del 2010. Un grande problema ambientale quindi.
Gli esperti spiegano che una delle principali cause è da individuare nella grande opera di costruzione che sta interessando le acque del Mare Adriatico. Si tratta della costruzione del Mose, una grande barriera artificiale che avrà il compito di proteggere Venezia dalle alte maree e dalle alluvioni. Naturalmente tutto è stato vagliato in via ipotetica, perché occorrono analisi più sicure per riuscire a riscontrare una netta corrispondenza tra la costruzione dell’opera artificiale e la riduzione della biodiversità marina tipica dell’Adriatico.
In tema di inquinamento del mare ci possiamo chiedere come sta il Mediterraneo, ma, se ci riferiamo nello specifico all’Adriatico, possiamo dire che la risposta non è molto incoraggiante. Per comprendere meglio il problema dell’inquinamento del mare dovremmo rifarci alle principali cause secondo Legambiente.
Il risultato evidente è rappresentato dalla riduzione di diverse specie ittiche, come ad esempio il nasello passato dai 1.000 esemplari per Km² del 2006 ai 125 del 2010. Dati preoccupanti per ciò che riguarda la conservazione della biodiversità. Le stime non sono rassicuranti, in quanto si calcola che solo in Italia sono 58.000 le specie a rischio estinzione.
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