L’Ebola in Sierra Leone mette in pericolo anche gli scimpanzé. Il Paese è uno dei focolai principali della diffusione del virus. Alcuni volontari si offrono di portare un po’ di serenità presso gli animali ospitati al Santuario. La specie degli scimpanzé sta attraversando un momento di grande difficoltà, prima di ogni altra cosa perché il suo habitat è soggetto ad un progressivo declino. In Africa gli scimpanzé devono affrontare anche la minaccia della caccia e adesso a tutti questi problemi si aggiunge anche il pericolo dell’Ebola.
A raccontare i fatti in un’intervista rilasciata da Dalila Frasson a Elena Livia Pennacchioni, Ufficio Stampa del Parco Natura Viva, gli esperti raccontano le difficioltà nell’avere un monitoraggio preciso di quanti animali siano stati colpiti dal virus, rispetto alla forza devastante con cui l’epidemia si è abbattuta sull’uomo. Per quanto riguarda in particolare l’area protetta del Santuario, non si sono manifestati ancora casi di Ebola sugli animali, ma il pericolo incombe, visto che tutto intorno si estende la foresta, all’interno della quale vivono delle popolazioni selvatiche. I precedenti non promettono nemmeno bene, perché già nell’epidemia del 2000, quella che era partita dall’Uganda, ci sono stati molti casi di intere colonie di scimpanzé sterminate dal virus. L’epidemia di Ebola di questi ultimi tempi non ha causato molti decessi fra i primati, ma non è detto che non costituisca un rischio da tenere in considerazione.
I volontari che si occupano della salvaguardia degli animali nell’area protetta in Sierra Leone sono costretti a far venire meno la loro azione proprio a causa del pericolo dell’Ebola. Gli esperti non possono più uscire dal territorio del Santuario e fare delle ricognizioni nella foresta, per togliere le trappole posizionate dai bracconieri o per soccorrere gli esemplari che si trovano in difficoltà. Da questo punto di vista si tratta di una vera e propria emergenza, anche perché la scarsità di visitatori presenti sul campo ha ridotto di molto il budget economico della struttura. Dalila Frasson, in prima linea al Tacugama Chimpanzee Sanctuary in Sierra Leone, racconta la sua esperienza di protezione degli animali in questo scenario dominato dall’Ebola. Fa presente come, prima della diffusione della malattia, nel Santuario venissero ospitati molti volontari, che arrivavano soprattutto dall’Inghilterra e dall’Australia. Essi erano un aiuto prezioso, ma adesso non possono più accettare l’opera di collaborazione di queste persone.
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Foto di Susan