Ecco perché lo stesso assessore regionale al Territorio ed Ambiente Mariella Lo Bello ha dichiarato che si tratta di una pagina storica per la tutela naturale e contro l’abusivismo. Allo stesso modo entusiasta il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana, che ha sottolineato quella che a tutti gli effetti si può considerare una giornata storica. Lo stesso ha specificato che si è arrivati a questa demolizione non solo perché si è concluso un contenzioso di carattere amministrativo, ma anche perché è cambiato l’atteggiamento della Procura e del Comune. Sempre più sindaci puntano a valorizzare il territorio, recuperandone la bellezza. E’ come se si stesse provvedendo a cancellare una ferita, che col passare del tempo poteva rivelarsi veramente dannosa. L’ambientalista Claudia Casa ha affermato che l’attesa è stata lunga, ma si è arrivati ad un risultato decisivo.
La meravigliosa Scala dei Turchi di Agrigento, capolavoro naturale che sorge a picco sul mare, è stata racchiusa tra una cornice terribile fatta di cemento. In prossimità di questo piccolo paradiso terrestre esistevano due strutture (o meglio due scheletri) edilizie incompiute e inutilizzate che creavano solo un disagio ambientale. I turisti si sono lamentati, a ragione, perché non è possibile incastonare degli edifici del genere in questa bellezza naturale.
Legambiente si è battuta a lungo per far radere al suolo questi edifici. Ma pare che la situazione siciliana sia stata alquanto complessa. Giuseppe Arnone, responsabile antiabusivismo di Legambiente, era stato fautore della campagna di abbattimento di un ecomostro nel barese, e in quel caso ottenne il successo sperato. Quando, però, i politici agrigentini hanno capito che le intenzioni di Arnone erano anche quelle di demolire gli ecomostri della Scala dei Turchi, si è eretto un muro (di cemento armato).
Lo stesso Arnone aveva dichiarato: “Sono sempre convinto che debbano essere abbattuti, ma certe battaglie non posso farle da solo“. Del resto, serviva la cooperazione di tutti per un progetto così importante. Certo è che una delle meraviglie della natura italiane così imponente non meritasse un trattamento simile. Nel 2007, il comune di Realmonte ha persino fatto richiesta all’Unesco affinchè il luogo naturalistico diventasse patrimonio dell’Umanità.
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