L’impatto ambientale a Fukushima continua farsi sentire con tutte le conseguenze che è possibile rintracciare in seguito al terremoto in Giappone e al disastro nucleare che ne è seguito. Sono state fatte ancora delle analisi per cercare di comprendere fino in fondo il livello di radioattività presente nelle acque del mare. I risultati sono preoccupanti, visto che il materiale radioattivo riscontrato è pari ad una quantità superiore di tre volte rispetto a ciò che si pensava. Un elemento non trascurabile per i pericoli che potrebbe comportare in termini di salute e di sostenibilità ambientale.
Infatti non si tratta soltanto di materiale nocivo finito in acqua direttamente dall’impianto nucleare, ma anche di sostanze radioattive che sono state trasportate attraverso l’aria fino in mare. Tra l’altro a Fukushima delle acque contaminate si sono riversate nel sottosuolo, un altro disastro, che è andato ad aggravare una situazione già critica di per se stessa.
Il terremoto in Giappone, con l’esplosione alla centrale nucleare, fa sentire ancora i suoi risvolti in termini di impatto sull’ambiente. Le autorità governative sono già ricorse ai ripari, vietando di consumare gli alimenti che presentino più di 500 bequerel per chilogrammo di materiale contaminante . Saranno sufficienti queste misure ad assicurare la tutela dei cittadini?
In seguito al terremoto in Giappone rimane vivo quindi il pericolo nucleare. In ogni caso mai come adesso la prudenza è d’obbligo per gestire al maglio il processo di ritorno alla normalità con il rientro degli allarmismi relativi al problema della radioattività.