COOPI è molto attenta alle problematiche relative all’accesso alle risorse idriche. Quali sono i principali ambiti d’intervento?
COOPI conduce attualmente 18 progetti in 8 paesi: Somalia, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Malawi, Sudan/Darfur, Kenya, Haiti, Bolivia. Questi dati sono riferiti al 2011 ed emergono dall’ultimo rapporto annuale. Grazie a queste iniziative vengono raggiunti ben 750mila beneficiari. COOPI si occupa del controllo della qualità, dell’identificazione delle fonti idriche, della misurazione della quantità prelevata, soprattutto nel caso di corsi d’acqua di natura internazionale, della gestione dei bacini idrici e delle falde per un uso equilibrato, consapevole e sostenibile anche in agricoltura. L’organizzazione si occupa anche di costruire sistemi di drenaggio e di pompaggio per l’irrigazione, a partire dai bacini di raccolta e dai pozzi. Le attività sono legate anche allo smaltimento dei rifiuti, per evitare l’inquinamento delle falde. COOPI è attenta anche a problematiche legate all’igiene. In questo caso, vengono installati impianti di raccolta e separazione dei liquami da persone e animali, vengono realizzati sistemi di smaltimento, di pompaggio e di distribuzione idrica, sia rurale che urbana. Il tutto anche con apposite attività di sensibilizzazione e di educazione.
In Somalia COOPI è impegnata con il progetto “Sustainable Wash”. Quali sono le modalità di azione, i risultati ottenuti e le persone coinvolte?
Queste attività mirano ad elevare la qualità della vita, attraverso una migliore gestione delle risorse idriche e la messa in sicurezza dei punti d’accesso all’acqua, sia per gli uomini che per gli animali d’allevamento. L’obiettivo è quello di aumentare l’accesso sostenibile all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nella Somalia centrale e meridionale. Nelle diverse fasi verranno coinvolte circa 180mila persone nelle regioni di Galgadud, Hiran, Gedo, Middle Juba e Bay. Si vuole aumentare la disponibilità di servizi per istituzioni pubbliche e per le famiglie più vulnerabili, con un’attenzione notevole allo stoccaggio dei rifiuti. Il progetto vuole anche migliorare la conoscenza e la pratica di comportamenti adeguati, tramite l’organizzazione di eventi, cartelloni informativi e messaggi radio. Lo scopo è migliorare l’accesso alla risorsa, con la mappatura delle fonti e con l’introduzione di cloro-distributori per la potabilizzazione.
Quali sono le principali difficoltà che avete riscontrato nella messa in pratica di questi progetti?
Non sono state riscontrate problematiche particolari o resistenze da parte della popolazione. Uno degli obiettivi è quello dell’inclusione sociale delle comunità maggiormente vulnerabili, grazie anche al loro coinvolgimento nell’identificazione dei bisogni, nella gestione, nella manutenzione delle strutture e nella garanzia della sostenibilità dei progetti. Gli interventi vengono condivisi con la popolazione del luogo, con incontri aperti al pubblico e con i rappresentanti dell’area.
In cosa consiste il progetto dei pozzi solari?
Con i pozzi solari si può estrarre l’acqua e successivamente la si può accumulare per una distribuzione futura in base alle specifiche esigenze. Ad esempio in Malawi viene smistata con appositi canali per l’irrigazione. Ma in alcuni casi vengono messi a punto anche rubinetti e tubazioni per la fruizione dell’acqua potabile. Questi sistemi sfruttano sorgenti differenti per il loro funzionamento. Per l’irrigazione, ad esempio, viene utilizzato un fiume con diga o una riserva idrica. Possono essere sfruttati pozzi e falde in caso contengano acqua potabile. I pozzi solari, oltre alla sorgente e ai canali di distribuzione, richiedono anche dei pannelli fotovoltaici, una pompa elettrica e, naturalmente, un serbatoio. La corrente che viene prodotta alimenta la centrifuga sommersa, che permette all’acqua di salire verso l’alto all’interno del serbatoio di accumulo, che solitamente è posto su una torre metallica o in muratura. In seguito, con i vari mezzi per lo smistamento, viene distribuita in base alle necessità specifiche del luogo. Nel Malawi, in questo momento, sono presenti sei sistemi ad energia solare per l’irrigazione, nel distretto di Kasungu. In questi casi vengono utilizzate delle dighe costruite nel corso di precedenti progetti di COOPI.
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