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L’olio di palma è un tipo di olio vegetale, ricavato dal frutto che cresce sulle palme da olio, alberi originari dell’Africa Occidentale, ma che crescono ovunque ci sia un clima molto caldo e piogge abbondanti. Al giorno d’oggi, l’85% di tutta la produzione globale dell’olio di palma viene esportato principalmente dalla Malesia e dall’ Indonesia, purtroppo, la maggior parte delle volte, con la totale assenza di misure ecosostenibili.
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Dove si trova
Ma dove è contenuto l’olio di palma? Il tuo shampoo, il tuo detersivo, il tuo rossetto, il tuo sapone, la tua crema detergente, la margarina vegetale, le fette biscottate, le patatine, persino alcuni alimenti surgelati e molti cibi biologici contengono questo cruel oil. Non esistendo, in alcuni paesi, l’etichettatura obbligatoria, molte grandi case produttrici usano il più generico nome di “olio vegetale”.
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Gli effetti contro l’ambiente
Non solo le industrie alimentari e cosmetiche, ma anche la produzione di biocarburanti è legata ad esso, ma con un costo per l’ambiente e il clima globale devastante, per non parlare della crudeltà sugli animali nativi e le violazioni dei diritti indigeni nei paesi in cui viene prodotto.
Se la produzione mondiale di oli vegetali è di circa 144 tonnellate, di cui solo 47 sono di olio di palma, la domanda è: perché questa diffusione così rapida solo negli ultimi decenni? Semplicemente, rispetto ad altre colture, utilizzate per esempio dai produttori di carburante, le piantagioni di palme richiedono poca terra, circa 10 volte di meno, abbassando notevolmente i costi. Vaste aree di foresta pluviale, incontaminata e di valore inestimabile, vengono bruciate per far spazio alle piantagioni di palma, a scapito della biodiversità e degli ecosistemi in cui si produce.
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L’uccisione degli animali
Attualmente le specie di mammiferi nel Borneo e Sumatra, sono considerate in via di estinzione: qui ha luogo la brutale uccisione degli oranghi, insieme a molte altre specie native della zona. La storia di Aan ne è un chiaro esempio: un orango femmina di 15 anni trovata in fin di vita in una piantagione di palme del Borneo, salvata dalla fondazione inglese Orangutan Foundation e dall’agenzia indonesiana per la conservazione della specie. Le son stati rimossi 37 pallini dal cranio e 67 da tutto il resto del corpo: sembra che siano proprio le grosse compagnie a pagare le popolazioni del luogo per disfarsi degli animali.
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Le emissioni
Ironicamente, il biodiesel, il carburante ottenuto da esso, è stato considerato dall’EPA, Enviromental Protection Agency, non ecologico, in quanto, a causa della deforestazione impropria, la sua produzione causa emissioni di anidride carbonica superiori del 20% agli standard consentiti. Gli incendi, infatti, comportano emissioni di notevoli quantità di fumi nell’atmosfera, tanto che l’Indonesia è oggi il terzo paese al mondo ad esser responsabile dei gas serra.
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Gli effetti sulla salute
La conferma ufficiale arriva dal Belgio: l’olio di palma è particolarmente ricco di acidi grassi saturi ,tanto da risultare semi-solido a temperatura ambiente. Tali acidi, secondo il parere scientifico rilasciato dal Consiglio Superiore della Sanità belga, sarebbero responsabili della formazione di pericolose placche sulle pareti delle arterie, provocando danni cardiovascolari. Il 40 % di questi acidi grassi saturi sono chiamati “aterogeni”, ovvero capaci di favorire la genesi dell’aterosclerosi. Detto questo e considerando che da dicembre 2014 un cambiamento della legislazione europea obbliga l’industria alimentare ad indicare l’origine dell’olio utilizzato, con la completa tracciabilità del prodotto, la scelta del suo uso rimane ai consumatori.
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