L’oro nero e la sua ricerca può spingersi fino alle Isole Egadi: è questo che temono i siciliani, preoccupati soprattutto dagli affari della famiglia Prestigiacomo. I dubbi riguardano la capacità di una corretta supervisione del Ministro dell’Ambiente per la concessione dei permessi delle aree dove trivellare, dato che al momento risultano almeno più di quaranta richieste pendenti.
Il mare di Sicilia rischia quindi di essere circondato dalle trivelle: se questo potrebbe migliorare le quotazioni del petrolio almeno nella Penisola -dato che così dipenderemmo meno dalle forniture estere-, sono i problemi ambientali che coinvolgerebbero il mare Mediterraneo a destare maggiore preoccupazioni, i quali si riassumono soprattutto nell’inquinamento da petrolio nel mare e nell’esempio di altri disastri avvenuti in aree marine soggette a trivellazione.
La questione della famiglia Prestigiacomo non riguarda la legalità bensì la correttezza di determinate azioni, al di là della legge stessa: le società da loro amministrate, infatti, sono implicati in affari strettamente correlati con chi si occupa di estrarre il greggio e questo, chiaramente, non può destare la massima fiducia negli abitanti delle isole della Sicilia.
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