La caccia in Italia suscita polemiche con la preapertura

La caccia in Italia suscita polemiche con la preapertura, che è ritornata con il mese di settembre e serve ad anticipare di circa venti giorni il calendario dell’attività venatoria vera e propria. Ma subito si sono fatte sentire le reazione delle associazioni ambientaliste e di quelle che si occupano della protezione degli animali. Il pericolo per la fauna infatti è ingente e molto spesso la questione viene sottovalutata. Ad essere interessate dalla preapertura della caccia sono 15 regioni italiane. Fra queste non c’è la Campania, dove il WWF si è rivolto al Tar di Napoli ottenendo ragione.

Il tutto è da rapportare alla mancanza di un adeguato piano faunistico. A questo proposito proprio dal WWF è stata rilasciata questa dichiarazione:
 

Si comincia a sparare quando i giovani animali non sono ancora maturi e quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie migratrici protette, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile danno diretto.

 
D’altronde non bisogna dimenticare che la caccia e la pesca hanno dei limiti e un certo impatto sull’ambiente, nonostante recenti ricerche tendano a sottolineare che la caccia ferisce meno animali selvatici delle auto.
 
La caccia indiscriminata degli uccelli scatena a ragione la protesta della Lipu, che fa notare come spesso vengono colpite proprio le specie che hanno finito di nidificare da poco tempo. Diversi esperti hanno accusato le regioni di mirare ad altri interessi, senza tenere conto dei dati scientifici che sono relativi al problema. La vicenda in effetti è complessa, ma la tutela degli animali è essenziale.

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