Sicuramente si tratta della dieta più importante e salutare al mondo: è quella mediterranea, che nasce in Italia ma non da un italiano.
La dieta mediterranea è la migliore per l’ambiente e la biodiversità, ma è anche quella più salutare per chi la segue, in aperto contrasto dunque con la dieta processata, le cui conseguenze per la salute sono davvero molto serie. Dal rischio di infarto a quello di tumore al colon, i cibi processati vanno assolutamente evitati o limitati. Ma cosa sappiamo della dieta mediterranea e del suo inventore? Probabilmente poco.
Mangiare bene per essere in salute e avere uno stile di vita che sia anche sostenibile per l’ambiente: questi sono i punti fermi di una dieta mediterranea. Si tratta di una teorizzazione che ha radici negli anni Sessanta e sono legate agli studi fatti da un biologo e nutrizionista, che è vissuto addirittura 100 anni esatti. Nel suo caso, insomma, possiamo affermare che il detto “Chi mangia bene, campa 100 anni” sia cucito su misura per lui.
Lo studioso in questione, che ha appunto teorizzato per primo la dieta mediterranea in modo analitico, non è un italiano, sebbene abbia vissuto e sia morto nel nostro Paese, e nello specifico in Campania, nel borgo marinaro di Pioppi, frazione di Pollica. Si tratta di Ancel Keys, uno statunitense nato nel 1904, ex dipendente del ministero chiamato a realizzare un programma alimentare per l’esercito USA durante la Seconda Guerra Mondiale.
Durante il primo “Convegno sull’Alimentazione” a Roma, negli anni Cinquanta, il nutrizionista e biologo statunitense osservò la bassa incidenza delle malattie cardiovascolari in alcune Regioni del bacino del Mediterraneo. Fu lui stesso a promuovere il primo studio pilota sulla correlazione tra l’alimentazione e la salute, analizzando la popolazione di Nicotera, in Calabria. Trasferitosi a Pioppi, teorizzò la dieta mediterranea.
Ovvero una dieta basata su pane, pasta, frutta, verdura, legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e poca carne, che aveva effetti benefici sulla popolazione locale. I suoi studi furono pubblicati nel libro “Eat well and stay well” e negli anni la dieta mediterranea ha avuto sempre maggiore successo, tanto da essere diventata oggi patrimonio dell’Unesco.
Nella cultura mediterranea, il cibo non è solo un mezzo per soddisfare i bisogni fisiologici, ma anche un’esperienza sociale: le origini dunque di questa dieta vanno ricercate in un modello alimentare che ha millenni di storia alle spalle. La regola aurea del cosiddetto banchetto mediterraneo venne peraltro coniata da Plutarco, filosofo greco vissuto sotto l’Impero Romano.
Nei suoi scritti, infatti, sosteneva che “non ci sediamo a tavola per mangiare e bere, ma per mangiare e bere insieme”, evidenziando dunque come nutrirsi non fosse solo una necessità per il nostro organismo, ma un vero e proprio momento conviviale, un modello che si è poi perpetuato nel corso dei secoli. Il modo attuale di consumare pasti, spesso associato a televisione e mancanza di comunicazione sociale, promuove abitudini alimentari poco salutari.
Invece, ci sono diversi studi su quanto il cosiddetto stile di vita mediterraneo sia non solo esportabile anche altrove, ma sia legato al mangiare bene, a un clima rilassato e infine un’attività fisica regolare, che può svilupparsi anche semplicemente con una passeggiata salutare. In particolare, il Lyon Heart Study ha applicato la dieta cretese alla popolazione francese, mettendo in luce benefici cardioprotettivi e anticancro.
Dunque radici antiche, studi più recenti e la teorizzazione da parte di Ancel Keys sono alla base della dieta mediterranea, come la conosciamo oggi. E come ha avuto la capacità di affermarsi, nonostante nel corso dei secoli in molti abbiano contrastato un certo tipo di modello alimentare e un certo stile di vita. La dieta mediterranea, caratterizzata da cereali, legumi, frutta, verdura, pesce, pasta e olio d’oliva, è efficace strumento di prevenzione.
Nonostante questi studi, le popolazioni del Mediterraneo hanno abbandonato in parte questo modello, e anche nel bacino del Mar Mediterraneo l’obesità è diventata un problema. Oggi la sfida è dunque quella di mantenere uno stile di vita alimentare sano, pur nella complessità di un contesto geografico che non è più come un tempo, ma che è evidentemente più elaborato e che tiene conto di un modello integrativo anche a tavola.
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