Oggi ricorre la giornata internazionale contro lo sfruttamento dell’habitat a causa dei conflitti armati. Ad istituire la ricorrenza è stato l’ONU, partendo dalla considerazione che, in caso di guerra, a subire danni è anche l’ambiente. Varie sono state le situazioni belliche che si sono rivelate pericolose per la sostenibilità ambientale. Un esempio per tutti: i pozzi di petrolio incendiati durante la prima guerra del Golfo nel 1991. Un vero disastro ambientale, con conseguenze ingenti. Ecco perché l’evento del 6 novembre, come promozione della sensibilizzazione e della tutela ambientale.
Si tratta, in tema di impatto ambientale, di definire regole e definizioni per vivere a impatto zero. A questo proposito il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha fatto notare:
“Nel commemorare la giornata internazionale, riconosciamo le conseguenze ad ampio raggio e a lungo termine all’ambiente, sia in tempi di pace che di guerra. Ribadiamo il nostro impegno per la gestione sostenibile delle risorse naturali come elemento critico per una pace e una sicurezza durature.”
A differenza di quanto si possa pensare, la questione non è riferita soltanto al passato. Infatti anche attualmente in Africa da questo punto di vista la situazione è insostenibile. E la distruzione dell’habitat naturale si aggiunge al problema dei mutamenti climatici, che mettono a rischio il ciclo delle piante e hanno effetti devastanti.
I mutamenti climatici in 100 anni potrebbero causare l’estinzione dell’uomo. Ecco perché serve impegnarsi per la salvaguardia degli equilibri naturali. La giornata di oggi può essere considerata un passo importante verso il rispetto dell’ambiente.