Oggi è la Giornata Mondiale degli Oceani, che si può considerare un’opportunità importante per la tutela degli ecosistemi marini. Non bisogna infatti dimenticare che sono molti i pericoli a cui sono esposte le acque del mare. Sono tanti anche i vari disastri naturali che si sono verificati nel corso del tempo. Primi fra tutti vanno ricordati la marea nera del Golfo del Messico e le sostanze radioattive contaminanti che si sono riversate nel mare dopo il disastro nucleare che ha interessato il Giappone. La Giornata Mondiale degli Oceani è un’occasione per riflettere sulla questione.
Ma quali sono le principali cause che mettono a rischio gli ecosistemi marini? Sicuramente non si può fare a meno di pensare all’inquinamento, provocato dagli scarichi industriali, ma anche dai rifiuti, soprattutto la plastica, che finiscono in acqua. È stato riscontrato che l’inquinamento del mare mette a rischio i molluschi.
Un ruolo determinante è rappresentato anche dello sviluppo costiero, destinato soprattutto a soddisfare le esigenze connesse ad un turismo crescente. Ma non vanno dimenticati nemmeno i danni provocati dalla pesca eccessiva, che mette a rischio i pesci e quindi la biodiversità marina.
Si deve pensare che gli oceani assorbono una grande quantità di emissioni e anche questo influisce molto sul loro stato di salute. L’effetto più immediato è costituito dall’acidificazione degli oceani. Proprio per questo motivo si è visto che negli oceani i pesci pagliaccio sono in pericolo a causa della CO2.
Se a tutto questo aggiungiamo il forte impatto ambientale determinato dalle trivellazioni, dalle ricerche di idrocarburi nei fondali marini e dai trasporti commerciali, ci accorgiamo come la situazione sia veramente insostenibile.