La cantante Björk torna insieme a Rosalìa con una canzone emotivamente potente, per protestare contro gli allevamenti di salmone.
La popolare cantautrice islandese Björk torna in radio accompagnata dalla cantante spagnola Rosalìa, con un nuovo brano di protesta, contro gli allevamenti intensivi di salmone. I proventi delle vendite del pezzo saranno sfruttati per affrontare le spese legati per la campagna contro questo tipo di allevamento, che sta creando numerose polemiche in Islanda e anche nel resto dell’Europa.
La cantante islandese ha annunciato il messaggio del suo nuovo brano attraverso i suoi canali social, per cercare di sensibilizzare tutti gli ascoltatori su questo delicato tema. La canzone è nata a seguito della decisione, da parte del Governo islandese, di installare un allevamento ittico nel fiordo di Seyðisfjörður, dove allevare salmoni in modo intensivo.
Ora, a seguito delle parole della cantante, tutta la comunità del fiordo è in protesta contro l’azienda e contro il Governo che ha dato l’ok.
Il salmone islandese è in grosso pericolo e rischia di scomparire. La specie è già fortemente compromessa dall’inquinamento dei mari, ma con gli allevamenti intensivi, si condanna la purezza di questo pesce, e inoltre si inquina uno dei posti più incontaminati del mondo. Imprenditori islandesi, in collaborazione con altri norvegesi, cercano di installare l’ennesimo allevamento, dopo aver già distrutto altri fiordi.
Al momento, e sembra assurdo, non esistono leggi che possano vietare tali attività legate alla piscicoltura, ossia l’allevamento dei pesci in bacini artificiali o naturali.
Naturalmente, un allevamento di questo genere su uno dei fiordi più incontaminati, comporterebbe diversi danni sulla fauna selvatica. Ma non solo, perché l’attenzione della cantante, e di tutto coloro che insieme a lei si battono, si focalizza sul benessere dei pesci allevati, tenuti in condizioni di vita pessime.
Del resto, come per ogni altra forma di allevamenti intensivo, dalle galline, maltrattate quotidianamente, ai poveri maiali, che subiscono le peggiori torture. Tra l’altro, gli allevamenti di salmone islandese stanno contribuendo a una lenta estinzione di massa, prelevandolo continuamente dal mare, questa specie sta diminuendo drasticamente.
La cantante, da sempre ambientalista e animalista, condanna la sua Islanda, che ha dato il via libera ad alcuni imprenditori privi di scrupoli. Il tutto, come rivela il giornale The Guardian, è nato lo scorso 2022.
Un anno fa è avvenuta l’acquisizione di Laxar Fiskeldi da parte della Ice Fish Farm, quindi è avvenuta la fusione tra due delle aziende ittiche più grandi e importanti del salmone. Una fusione del valore di quasi 120 milioni di sterline, e che mira alla produzione di 10 milioni di salmoni ogni anno, un numero impressionante, che fa capire l’entità del problema. Un’attività del genere distruggerebbe un territorio e annienterebbe una specie.
Questa è l’ennesima protesta che la cantante mette in piedi. Nel 2008, ad esempio, aveva fondato la Fondazione Náttúra, per sostenere l’habitat di tutta l’Islanda contro le fabbriche di alluminio, mentre nel 2015 ha condotto una campagna contro la costruzione di un parco energetico. Ora arriva una nuova sfida, ed è molto importante e delicata, speriamo che le sue parole possano fare qualcosa per salvare i salmoni islandesi.
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