L’affermazione è sicuramente forte ma ha il suo perché: il Museo del Riciclo, infatti, a due anni dalla sua fondazione, racconta l’importanza delle sue opere, nate proprio da materiali di scarto, spazzatura che altrimenti finirebbe nelle nostre discariche di rifiuti. L’impegno profuso da artisti e collaboratori che hanno creduto nel progetto hanno permesso di realizzare quest’opera di sostenibilità ambientale. A distanza di due anni, dicevamo, sono ben 300 le opere realizzate solo con materiale proveniente dalla raccolta differenziata, opere realizzate grazie al genio creativo di cinquanta artisti, i quali hanno portato il sito ad avere più di 2 milioni di pagine viste.
L’arte del cassonetto, l’arte dal cassonetto, dunque, piace e piace molto, anche come metodo innovativo per avvicinare le persone ad una nuova cultura del vivere, che non sia semplice e mero spreco di risorse naturali e non, bensì la costruzione di un futuro nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e di una più grande attenzione all’impatto ambientale delle proprie azioni. La raccolta differenziata e il riciclo, infatti, possono essere componenti fondamentali di questa cultura, da utilizzare per riciclare i rifiuti o per creare nuove opere o oggetti di consumo. In questo modo, inoltre, si diminuiscono i rifiuti da buttare in discarica, con un notevole risparmio economico per la collettività e un abbassamento dell’inquinamento ambientale.
La visione che sottende l’attività del Museo del Riciclo, il fatto che qualcosa che si considera morto, finito, esausto, possa in realtà essere rigenerato e donato a nuova vita, facendo del bene alla collettività e al Pianeta Terra, è un messaggio di positività e speranza che invita tutti a partecipare, ad essere attivi in questo nuovo modo di concepire l’essere e il rapporto con le risorse a disposizione.
photo: GenBug
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