Turbolenze nella regione Piemonte a causa della stagione venatoria: sarà la primavera 2012 a sancire il da farsi, con un nuovo referendum popolare. I cittadini, infatti, saranno chiamati alle urne per stabilire nuove modalità e tempistiche per gestire la caccia degli animali nella zona. Le giornate di voto saranno fissate tra la metà di aprile e la metà di giugno.
La vicenda ebbe inizio nel lontano 1987, quando vennero raccolte ben 60.000 firme. Lo scopo era proprio quello di arrivare al voto popolare per abrogare alcune norme contenute nella Legge Regionale 60/79. Il TAR ha dato dunque l’ok per l’esecuzione della sentenza della Corte d’Appello del 29 dicembre 2010 che prevedeva, appunto, l’istituzione del referendum. Cosa cambierebbe dunque nella stagione di caccia in Piemonte se il voto avesse esito positivo?
Con l’abrogazione di alcune norme sarebbe istituito il divieto di caccia nelle domeniche e nei territori innevati, oltre all’estensione della protezione degli animali ad ulteriori 20 specie. In questo modo, infatti, si garantirebbe una migliore tutela della vita degli animali, in particolare mammiferi e uccelli in via di estinzione che ad oggi vengono ancora cacciati. Questa potrebbe essere una vera svolta per gli animali, l’ambiente e il territorio piemontese, e gli attivisti promettono battaglia affinché l’obiettivo sia raggiunto. Sempre che si riesca a votare: sì perché dopo ben 24 anni di diatribe la normativa su cui si basano i quesiti hanno visto differenti modifiche e l’articolazione tecnica delle domande non sarà di semplice realizzazione.
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