La morte di Giulia Cecchettin ha sconvolto il Paese intero: il suo ritrovamento, ancora una volta, è merito di un cane, Jageer.
Questa vicenda che vi stiamo per raccontare testimonia la straordinaria capacità che gli animali addestrati hanno di partecipare in maniera attiva a operazioni di soccorso e ricerca. Jageer – un cane “in servizio” nelle squadre cinofile della Protezione Civile nel Friuli Venezia Giulia – è stato fondamentale nel trovare il corpo privo di vita di Giulia Cecchettin, la cui morte ha sconvolto il Paese intero.
Jageer è un cane di razza flat coated retriever, un“parente” del labrador, con cui condivide in particolare l’indole da cane di compagnia, sereno e giocoso. È una razza davvero versatile, adatta a molte attività grazie alla sua intelligenza e al suo temperamento affabile: proprio come il labrador retriever, può essere considerato un cane da lavoro, tra le migliori razze disposte ad aiutare l’uomo in molteplici attività.
Nel caso specifico, Jageer è stato fondamentale per individuare il corpo della studentessa uccisa, ma in generale il flat coated retriever è conosciuto come un cane sportivo, con innate abilità di lavoro come cane da ricerca e soccorso. Si tratta inoltre di un cane particolarmente adatto ai bambini e alle famiglie: è il compagno giusto anche nella crescita dei figli. Pigro ma educato, è sensibile ai rumori e di solito non teme l’acqua.
Il fiuto eccezionale di Jageer ha fatto la differenza nelle ricerche del corpo di Giulia Cecchettin: il cadavere della ragazza, barbaramente uccisa a coltellate, era in un punto impervio e fino a quel momento le ricerche si erano rivelate un vero e proprio buco nell’acqua. Nonostante l’area fosse stata sorvolata da elicotteri dei Vigili del Fuoco e fossero stati utilizzati droni per le ricerche, il corpo non veniva individuato.
Il cane, invece, ha captato l’odore del corpo di Giulia Cecchettin e ha condotto il suo addestratore fino al punto in cui si trovava il cadavere, sotto il piano stradale. Questo ha permesso anche di evitare che la scena del crimine fosse contaminata, perché il volontario della Protezione Civile che teneva Jageer sotto controllo è giunto fino al punto di avvistare il corpo privo di vita, ma senza avvicinarsi troppo.
In questi giorni, una campagna di sensibilizzazione viene portata avanti a tutti i livelli, a partire dalle parole di Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, perché crimini del genere non si ripetano mai più. Il “bruciamo tutto” di Elena in televisione, la sua determinazione nel dire che quello che è accaduto a sua sorella deve essere l’ultimo femminicidio, l’hanno resa un simbolo nella lotta alla violenza di genere.
Oggi però bisogna dire grazie anche a Jageer e alle sue doti innate, fondamentali nel ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin: la sensibilità olfattiva dei cani da ricerca come questo flat coated retriever è straordinaria, superando anche la tecnologia in situazioni complesse come questa. L’abilità del cane ha contribuito a far sì non solo che il cadavere della ragazza fosse ritrovato rapidamente, ma anche a chiarire successivamente cosa fosse accaduto.
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