Nei laghi e fiumi italiani ogni anno vengono recuperati circa 400 corpi di persone annegate mentre si trovavano in vacanza. Perché succede?
Ogni anno d’estate assistiamo alle notizie su telegiornali e web di persone che muoiono mentre si trovano in vacanza. Nel corso di questa estate rovente, si è verificato un preoccupante aumento delle morti legate agli annegamenti in laghi e fiumi. Dietro questi incidenti si celano ragioni che spesso si trascurano ma che possono risultare letali soprattutto nei bambini.
Sin dall’inizio di questa stagione estiva infatti, si sono verificati numerosi casi di annegamenti, anche di persone che avevano consolidate capacità di nuoto. Gli ultimi tragici episodi che includono non solo la morte di una bambina di 11 anni nel lago di Como, ma anche di un uomo di 37 anni e di un giovane di 20 anni trovato senza vita dopo un tuffo da un pedalò. L’annegamento è spesso la causa finale di questi incidenti, ma dietro si nasconde molto di più.
Laghi, fiumi e persone annegate: ecco cosa devi sapere
Sono oltre 20 i decessi per annegamento nelle acque italiane, di cui ben 8 riguardano bambini. Annualmente, in Italia si registrano circa 400 decessi per annegamento, di cui il 10% nelle acque dolci di laghi e fiumi. La Società Italiana di Medicina Ambientale ha fornito queste preoccupanti statistiche, aggiungendo che globalmente il numero di morti per annegamento ha raggiunto i 2,5 milioni solo negli ultimi dieci anni. Spesso, si tende a sottovalutare i rischi associati alle acque dei laghi, un errore che può avere conseguenze fatali. In primo luogo, è bene sapere che l’acqua dolce ha una densità minore rispetto all’acqua salata, il che significa che quando ci si immerge, il corpo tende a galleggiare meno rispetto al mare.
Qui nuotare e mantenere la propria posizione in superficie richiede quindi uno sforzo maggiore. Sono tante le persone che vivono un maggior numero di crampi muscolari in acqua dolce rispetto a quella salata, questo può affaticare notevolmente il corpo e portare ad una perdita del controllo maggiore. Un altro aspetto da considerare è la temperatura dell’acqua, inferiore di circa 10 gradi rispetto a quella del mare. I laghi in particolar modo mantengono temperature molto basse rischiando di essere molto più pericolosi soprattutto se ci si espone al sole per molte ore, provocando i classici blocchi di digestione che se troppo forti possono portare alla morte.
Balneazione in laghi e fiume: attenzione al vento
Un altro fattore critico, che pochi considerano, è l’aspetto meteorologico. Soprattutto nei laghi di grandi dimensioni, come quello di Bolsena, Trasimeno o del Garda e Como, possono verificarsi cambiamenti repentini nelle condizioni atmosferiche. Questi sono, infatti, soggetti a improvvisi e pericolosi temporali in particolare quando i venti superano i 50 chilometri orari. Già con venti di circa 30 km orari, il lago diventa agitato e potenzialmente pericoloso per la balneazione. Infine, se si sceglie di fare il bagno nelle acque dolci di laghi e fiumi, va considerato anche il rischio legato alle correnti lacustri, che possono generare onde, gorghi e mulinelli. I laghi subiscono periodiche variazioni delle correnti da una parte all’altra del bacino, creando dislivelli tra le coste. Questi vortici, spesso imprevedibili, sono estremamente pericolosi soprattutto per coloro che non hanno grandi capacità di nuoto come i bambini.