La siccità sta chiedendo il conto, gli effetti del cambiamento climatico sono concreti e mettono a repentaglio l’intero ecosistema. La moria dei gabbiani del lago di Van, in Turchia ne è un esempio lampante.
Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e sempre più incontenibili, mettendo a repentaglio la salute dell’intero pianeta. La siccità sta prosciugando laghi e fiumi eliminando l’habitat naturale di molte specie animali, a rischio estinzione. E’ proprio ciò che si sta verificando al lago di Van, in Turchia, dove la siccità sta provocando una moria di uccelli e di campi coltivabili.
Una volta, era il lago più grande della Turchia, mentre di recente, in seguito agli effetti di una siccità mai vista prima, le acque si sono ritirate di circa 4 km e la vita di moltissima fauna che abitava quelle acque sta lentamente scomparendo. Le conseguenze sono catastrofiche.
È un’agonia senza fine quella che il lago di Van, il più grande della Turchia, sta vivendo. Si è ritirato di quattro chilometri e la situazione continua a peggiorare. Un tempo ricco di vegetazione, ora è diventato un campo arido con solo arbusti occasionali che segnano i punti in cui il lago si è ritirato a causa del riscaldamento globale e della siccità. Le montagne hanno perso le calotte di ghiaccio e le loro riserve d’acqua si sono prosciugate, lasciando gli animali assetati.
Il lago di Van si è ridotto di circa l’1,5% negli ultimi anni e la siccità prolungata colpisce gran parte del Paese. Le coste che si riducono espongono i letti dei laghi che inquinano l’aria con una polvere salata. Gli scienziati temono che la situazione possa solo peggiorare, prevedendo una continua riduzione del lago nei prossimi anni.
Il lago di Van, chiamato ancora oggi “mare di Van” dagli abitanti, si estende per circa 3.700 chilometri quadrati e ha una profondità massima di 450 metri. Nel quartiere di Celebibagi, le acque si sono ritirate di circa quattro chilometri, lasciando un letto esposto disseminato di ossa di uccelli morti e terra secca. La perdita d’acqua ha anche causato inquinamento e la morte di gabbiani a causa della mancanza di cibo.
Il problema è aggravato dall’aumento delle temperature e dall’eccessiva evaporazione, che fa evaporare quasi il triplo dell’acqua del lago rispetto a quella che ritorna sotto forma di pioggia. Anche la costruzione di cottage estivi e giardini ha contribuito a drenare l’acqua dalla regione.
I funzionari stanno invitando gli agricoltori locali a non coltivare colture che richiedono molta acqua e, se il problema persiste, potrebbero dover abbandonare l’agricoltura. Gli sforzi sono stati fatti per ripulire il lago, ma la situazione rimane critica.
Nel quartiere di Celebibagi, sulla sponda settentrionale del lago, si è verificato un ritiro delle acque di circa quattro chilometri. Ciò ha portato alla scoperta di un letto esposto del lago, disseminato di ossa di uccelli morti, cespugli scoscesi e terra secca ricoperta di sodio e altri minerali. Questi luoghi erano un tempo coperti dalle acque del lago, ma ora non ospitano alcuna forma di vita.
La diminuzione delle dimensioni del lago è stata causata in passato dalle spaccature delle placche tettoniche, dato che la Turchia è una delle zone sismiche più attive del mondo. Tuttavia, la perdita d’acqua continua è attribuibile all’aumento delle temperature, che provoca meno precipitazioni e un’eccessiva evaporazione.
Secondo Alaeddinoglu, quasi il triplo dell’acqua del lago evapora rispetto a quella che ritorna sotto forma di pioggia. Inoltre, i nuovi giardini lussureggianti dei cottage estivi stanno drenando ulteriormente l’acqua della regione, dove il presidente Recep Tayyip Erdogan ha costruito un rifugio governativo.
La gravità del problema ha portato i funzionari a invitare gli agricoltori locali a evitare di coltivare colture che richiedono troppa acqua. Se il problema persiste, potrebbe essere necessario abbandonare l’agricoltura, mettendo a rischio anni di lavoro.
La perdita d’acqua espone anche il lago all’inquinamento. Secondo Orhan Deniz, professore dell’Università Yuzuncu Yil, il cui campus si trova sulla riva del lago, grandi chiazze di melma mista a fango emanano un cattivo odore e rendono evidente l’inquinamento. Negli anni ’90, era ancora possibile fare il bagno nel lago durante la pausa pranzo, ma ora non è più possibile entrare in acqua, figuriamoci nuotare.
Inoltre, c’è un altro problema che riguarda i gabbiani morti. Gli esperti sostengono che, a causa della siccità, le triglie perlifere, che costituiscono la base della dieta dei gabbiani, si sono spostate altrove. Privati del cibo, i gabbiani sono morti di fame. Questa situazione rappresenta una strage senza fine da ogni punto di vista.
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