Le lampadine a basso consumo energetico sono delle particolari lampadine in grado di abbattere il consumo energetico anche dell’80%, in cambio della fornitura di un’illuminazione artificiale che risulta ben essere comparabile a quella offerta dalle normali e tradizionali lampadine, magari più economiche, ma in grado di generare maggiori oneri in termini di più elevate risorse assorbite.
L’etichetta delle lampadine a basso consumo
Non tutti forse sanno che, come accade per gli elettrodomestici, anche le lampadine sono etichettate attraverso una scala alfabetica che individua quelle maggiormente efficienti sotto il profilo del consumo energetico (A) e quelle invece con i maggiori consumi (G). Un primo parametro per scegliere la giusta lampadina è pertanto quello di individuare la classe energetica di appartenenza.
Il flusso luminoso
L’etichetta energetica che differenzia le lampadine sulla base del livello di consumi generati è costituita da due differenti settori. Il primo lo abbiamo sinteticamente individuato poche righe fa. Il secondo fa invece riferimento al flusso luminoso della lampada, equivalente alla luce emessa, espressa in lumiere, e accompagnato dalla potenza espressa in Watt e dalla durata media delle stesse lampadine, espressa in ore.
Ma quanto si risparmia?
Ma quanto si risparmia sostituendo una normale lampadina ad incandescenza con nuove lampadine elettroniche a basso consumo energetico? Secondo quanto sostiene l’ENEA, il risparmio in cinque anni potrebbe addirittura essere pari al 70% o all’80%, con ovvi benefici in bolletta. Ad un maggior costo delle lampade corrisponde infatti un minor consumo di kWh, e un conseguente minor costo dell’energia elettrica.
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