Il latte fresco potrebbe sparire per sempre dagli scaffali di mercati e supermercati già da quest’anno. Il motivo è incredibile
Potrebbe essere necessario dire addio al latte fresco e optare invece per il latte a lunga conservazione, poiché le aziende italiane potrebbero presto concentrarsi sempre di più sul latte pastorizzato con scadenze più lunghe. Questo adattamento potrebbe avvenire per soddisfare le nuove esigenze delle famiglie italiane, che hanno subito cambiamenti negli ultimi tempi.
Le aziende dovrebbero affrontare diversi problemi, tra cui gli sprechi durante la distribuzione nei supermercati, l’aumento dei prezzi a seguito della crisi energetica, l’aumento dei costi dei materiali e la siccità in corso.
Da diversi anni si è notata la tendenza che si sta confermando sempre più chiaramente: già nei primi mesi del 2020, in concomitanza con la pandemia, era emerso che la linea di produzione del latte avrebbe dovuto subire dei cambiamenti. Ora, queste trasformazioni stanno diventando sempre più concrete, con l’importante annuncio di una svolta da parte di una grande azienda come Granarolo.
Granarolo, un’azienda storica fondata negli anni ’50 e con un fatturato superiore a 1,2 miliardi di euro, ha fatto il primo passo in questa direzione. Il presidente della cooperativa, Gianpiero Calzolari, ha spiegato che l’adozione di questa nuova strategia consente di prolungare la shelf-life (scadenza, n.d.r)del latte di oltre il 60% grazie alla scadenza a dieci giorni.
Infatti, le stime mostrano che gran parte del latte fresco scade sugli scaffali dei supermercati o nei frigoriferi delle case, rimanendo invenduto o non consumato. Questa tendenza è diventata evidente durante la pandemia, quando le persone hanno ridotto la frequenza degli acquisti al supermercato e hanno preferito acquistare il latte a lunga conservazione.
Secondo Calzolari, è il consumatore a dettare le regole e le aziende devono adeguarsi di conseguenza. Inoltre, i supermercati ritirano spesso le confezioni di latte fresco anche prima della scadenza, il che incide sul prezzo di vendita, considerando i costi associati ai resi e allo smaltimento.
Granarolo ha sperimentato con successo un nuovo tipo di latte pastorizzato, simile a quello fresco in termini di gusto e valore nutrizionale. I consumatori preferiscono il latte con una scadenza più lontana e la nuova confezione ha anche un impatto ambientale positivo grazie al nuovo tappo che riduce l’uso di plastica del 35% e non si stacca dalla bottiglia come richiesto dall’Unione europea. La scelta riguarderà anche il marchio della Centrale del Latte di Milano e della Centrale del Latte di Calabria.
La siccità sta causando una riduzione dell’erba per le vacche da latte e molti agricoltori sono costretti a trovare soluzioni, come attingere alle scorte di foraggio invernale o vendere parte della mandria. Il costo dei mangimi per le vacche da latte è cresciuto di oltre il 25%, il che ha portato molti allevatori a vendere parte della mandria. Il rischio di una carenza di latte, con conseguenze sulla produzione di formaggi, burro e panna, potrebbe portare ad un aumento dei prezzi. È necessario intervenire per contrastare l’emergenza siccità.
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