Non promette affatto bene già per le prossime settimane la situazione già difficile che riguarda il prezzo del latte. Si preannuncia un esborso record ai nostri danni
Il prezzo del latte ha subito degli aumenti di diverse decine di euro, nel corso dell’ultimo anno. E purtroppo non è il solo genere alimentare di prima necessità che ha subito questo rincaro. Sono tante le motivazioni che si trovano alla base di questa per nulla piacevole conseguenza. Abbiamo a che fare con una crisi energetica senza precedenti, tale da fare aumentare a sproposito l’esborso per le bollette sia del gas che della luce. Una cosa che, in alcuni casi, ha fatto si che alcune aziende non abbiano esitato ad interrompere la loro produzione, perché addirittura ci sarebbe stato un risparmio maggiore nello stare fermi piuttosto che nel lavorare andando incontro a dei consumi paurosi.
Il prezzo del latte non è esente da tutto ciò, così come non viene risparmiato neppure dai gravi rincari che riguardano le materie prime. I materiali necessari per creare il packaging e le confezioni sono tutti saliti alle stelle ed anche oltre. Di conseguenza abbiamo un prezzo del latte che è arrivato a costare in media 1,75 euro al litro, a prescindere dalla marca.
Prezzo del latte, le ultime notizie oggi non sono per niente buone: cosa succederà
I produttori stanno facendo di tutto per impedire eventuali altri aumenti, ma purtroppo la situazione è critica come non mai e non accenna a mostrare alcun miglioramento. L’inflazione picchia in maniera pesante ed al momento ci troviamo sull’8,4% di svalutazione dell’euro. Tutte cause negative che portano a quello che sembra essere l’inevitabile, e cioè ad un aumento ulteriore del prezzo del latte. Con la serissima prospettiva che, già nel corso di quelli che saranno gli ultimi mesi del 2022, possa scattare un rincaro. Il timore più concreto che mai è che alla fine dovremo pagare ben più di due euro al litro ogni volta che andremo a fare la spesa.
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A renderlo noto sono stati due importanti operatori del settore, ovvero Lactalis e Granarolo, le quali hanno illustrato tutte le criticità di questa situazione (sulla quale ha un grosso peso anche il conflitto bellico scatenato dalla Russia, n.d.r.) all’interno di un comunicato congiunto. Entrambe le aziende invocano un intervento importante da parte del Governo, ritenendo inammissibile che un bene alimentare così prezioso possa arrivare a costare talmente tanto. Senza considerare l’impatto che la cosa sta avendo sull’intero comparto, che ad oggi è costituito da più di 24mila aziende e da oltre 200mila persone impiegate a vario titolo.