Nonostante siano prodotti naturali, alcune piante sono dannose, ed addirittura letali. D’altronde la storia è piena di omicidi a base di veleno.
Chi scrive gialli dice: “Le donne preferiscono il veleno”. Questa affermazione si riferisce al fatto per infliggere la morte, o per autoinfliggersela, diverse figure storiche femminili hanno scelto il veleno, che proviene dalle piante. Non si può dimenticare Lucrezia Borgia, la nobile che avvelenava i suoi commensali, o la stessa Cleopatra, che per morire scelse il veleno di un aspide. O la belladonna, usata in dosi piccole a scopi estetici, in quanto droga che dilata le pupille e fa sembrare più grandi gli occhi, ma in dosi massicce è un potente veleno.
Per arrivare a tempi più recenti non si può non sorridere davanti alla commedia nera “arsenico e vecchi merletti“. Insomma, il veleno è associato evocativamente alla figura femminile. Forse perché nella maggior parte delle lingue femminile è anche la Natura, la Terra e la pianta. Ed è proprio da essa che la maggior parte dei veleni e delle sostanze tossiche si generano. Quelle sintetizzate in laboratorio sono di più recente origine, e spesso non altrettanto efficaci.
Oggi si cavalca il trend “naturale è bello”, ma attenzione, non tutto ciò che è naturale è sano. Difatti le piante o le bacche velenose, così come i funghi, hanno provocato il decesso di non poche persone. L’elenco delle piante più velenose inizia con la belladonna, nome che proviene – come accennato – dall’uso da parte delle donne rinascimentali per rendere lo sguardo più seducente. La parte più velenosa della belladonna è la bacca. L’ingestione di 5 – 6 bacche può essere fatale per un bambino, mentre per un adulto ne servono una quindicina. Dalla belladonna si ricava l’arsenico.
A seguire la cicuta. Nell’antica Grecia veniva utilizzata per la pena capitale, ed infatti proprio Socrate, il filosofo più noto di tutti i tempi, si suicidò con la cicuta. La morte sopravviene anche con piccole dosi per paralisi muscolare e dunque asfissia. Il mughetto, fiore bianco e profumato, utilizzato nell’industria dei profumi, può essere tossico. Ha una proprietà cardioattiva, che provoca tachicardia e maggiore afflusso sanguigno. In dosi massicce può portare al collasso ed al blocco cardiaco.
Come nel film drammatico “oleandro bianco“, questo fiore bello e profumato può portare alla morte. Difatti i fiori, e soprattutto le foglie, sono particolarmente tossici. Anche se il potere tossico è inferiore a belladonna o cicuta, non si deve trascurare il fatto che l’oleandro si trova molto facilmente in città, e le sue foglie possono essere scambiate facilmente per foglie di alloro, che invece sono edibili. A seguire il tasso, si cui già nell’antichità si conoscevano le proprietà tossiche. Esso ha dei frutti molto carnosi, che se ingeriti sono dannosi. La parte maggiormente velenosa è il seme, che però essendo molto amaro è difficile che venga ingerito. Questo a spiegare perché nella storia ci sono stati pochi decessi da tasso.
Produzione della birra, come funziona e come mai gli scarti non vanno gettati via, scopri…
Sorge nella Capitale di uno dei Paesi più ipnotici al mondo il primo grattacielo completamente…
Prezzo gasolio, le possibilità di variazioni in vista della stagione invernale. La speranza di spendere…