[galleria id=”723″]Pochi giorni fa, nella bassa Brianza, è avvenuto un disastro ambientale degno -purtroppo- di nota. Infatti nella notte di martedì alcuni delinquenti hanno sabotato i collettori di collegamento di alcune cisterne di proprietà della Ex raffineria “Lombarda Petroli” di Villasanta (Monza). L’episodio, gravissimo, ha causato la fuoriuscita di 10milioni di litri di petrolio e olio combustibile che, inevitabilmente, si sono riversati nel vicino fiume Lambro. Solo in tarda mattinata si è riuscito a chiudere i rubinetti. Quando ormai il peggio era già avvenuto. Allo stato attuale, la macchia di petrolio ha già raggiunto il delta del Po.
Carabinieri, Vigili del Fuoco e Corpo Forestale dello Stato si sono recati sul luogo per accertare e valutare i danni ambientali provocati alle acque, alla vegetazione e alla fauna del fiume in seguito a questa sciagura. Brianza Acque, gestore del depuratore, riferisce che “In Brianza non abbiamo mai avuto degli episodi ambientali così gravi. Ci siamo attivati subito per contenere il danno ambientale, facendo entrare la miscela di gasolio e di altre sostanze nel nostro depuratore ed evitare il più possibile che questi idrocarburi finissero nel Lambro“. Attualmente, i tecnici dell’Arpa e di Brianza Acque sono al lavoro per tamponare la situazione di emergenza.
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente e Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, sottolineano come lo sversamento di petrolio nelle acque del fiume Lambro avvenuto ieri mattina sia un fatto gravissimo e che porti la Regione allo stato di calamità naturale: ”La Regione Lombardia chieda al Governo la dichiarazione di stato di emergenza ambientale nazionale. Siamo di fronte a un disastro ambientale vero e proprio il problema non riguarda solo il fiume Lambro ma tutta l’asta del Po fino al delta. Per arginare i danni che puo’ causare la macchia d’olio, urge un coordinamento nazionale degli interventi delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”.
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milano.corriere.it