La Corte Europea di Giustizia ha emesso la sentenza che Legambiente aspettava da tempo. L’argomento riguarda l’inquinamento causato dal polo industriale di Augusta-Priolo-Melilli. Questa sentenza interpretativa ha chiarito in linea defenitiva come gli operatori del polo petrolchimico possano essere imputati come responsabili del’inquinamento sia del suolo che della rada di Augusta, sebbene non abbiano commesso illeciti. La soddisfazione dell’associazione ambientalista Legambiente per questo risultato è tangibile, e vi spieghiamo perchè.
Legambiente ha ritenuto positivo quanto sentenziato dalla Corte Europea in quanto ”molto utile a sbloccare il risanamento ambientale delle 57 aree piu’ inquinate d’Italia, gestite dal 1998 in modo del tutto inefficiente dal ministero dell’Ambiente con il Programma nazionale di bonifica, oltre alle migliaia di siti locali inquinati la cui bonifica compete a Regioni e Comuni”.
Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, ha inoltre dichiarato che “Tra l’inefficienza del ministero e il rimpallo delle responsabilita’ tra le aziende a pagare le conseguenze, anche sanitarie, e’ sempre il ‘popolo inquinato’, come dimostrano numerosi studi epidemiologici realizzati da Oms, Istituto Superiore di Sanità, Cnr e Osservatori regionali. La responsabilita’ sociale delle aziende si misura anche sulla loro disponibilità a intervenire con tempi certi e adeguate risorse umane ed economiche per il risanamento ambientale. Cogliamo finalmente l’opportunità offerta della bonifica dell’inquinamento pregresso per rilanciare la chimica italiana sui mercati internazionali, fondandola sull’innovazione tecnologica di prodotto e di processo”.
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verde-oro.it
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