Le lenticchie sono legumi di facile coltivazione e considerati, sin dall’antichità, il pasto dei poveri. Se ne parla in termini benauguranti
Pianta annuale erbacea che può raggiungere 45 cm di altezza, la lenticchia presenta un fusto composto da steli eretti, dritti e molto ramificati. Le foglie sono alternate e composte da foglioline pennate. I fiori, a calice con 5 petali sottili e lunghi, sono bianchi, a volte con sfumature blu, rosa o azzurro chiaro e sono riuniti in piccoli grappoli. La fioritura avviene normalmente in tarda primavera.
Coltivarli in vaso è molto semplice e si può partire dalle lenticchie secchie normalmente acquistate per essere cucinate. Sul fondo di un recipiente grande e poco profondo, un piatto, una padella, una pirofila o anche un sottovaso, si stende uno strato di cotone idrofilo facendo attenzione che non rimangano spazi vuoti e lo si inumidisce con uno spruzzino senza esagerare con l’acqua. Sopra il cotone così inumidito vanno posate le lenticchie in uno strato solo, facendo attenzione che non si sovrappongano tra loro.
Ecco perchè le lenticchie portano fortuna
Ricche di fibre, sali minerali e vitamine, le lenticchie sono considerate, fin dai tempi antichi, un alimento completo. Possono essere tranquillamente consumate anche dalle persone affette da celiachia, perchè non contengono glutine, e, fra tutti i legumi, sono quelle che posseggono la maggior percentuale di antiossidanti.
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Facilmente reperibili e poco costose, nei periodi di forte carestie in epoca medievale le lenticchie sostituivano facilmente un pasto completo fornendo proteine e vitamine e migliorando anche le condizioni di salute e la resistenza alle malattie. Le qualità delle lenticchie sono tante e differiscono per colore e dimensioni e consistenza della buccia.
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Non si può cominciare l’anno senza aver messo in tavola le beneauguranti lenticchie con il cotechino o lo zampone. Infatti, per la loro forma che ricorda le monete, le lenticchie sono considerate portatrici di ricchezza se mangiate nella notte di Capodanno. Si tratta di un’usanza che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Anche nell’Antica Roma si usava regalarle all’interno di un sacchetto legato alla cintura, chiamato scarsella.