Una storia che ha commosso tutto il mondo quella di Ruben, un leone che per anni ha passato la sua vita all’interno di una gabbia prima di trovare una nuova casa.
Quello che stiamo per raccontarvi è motivo di gioia da un lato, ma dall’altro vi farà molto riflettere. Il protagonista di questa storia è Ruben, un leone costretto a vivere rinchiuso in una gabbia per interminabili anni. Il tempo necessario per provocargli sofferenza e una vita all’insegna della solitudine.
Per fortuna, se così può essere definita, l’esemplare ha ottenuto ciò che gli spettava di diritto dalla nascita, ovvero riuscire a vivere nel suo habitat naturale e insieme ai suoi simili. Non è tutto oro quello che luccica, però, perché vivere in cattività gli ha provocato non pochi traumi, traumi che lo accompagneranno anche adesso che gode della libertà che gli spettava.
Noto alle cronache come il leone più solo e triste del mondo, l’esemplare dopo anni trascorsi in uno zoo è riuscito per la prima volta a calpestare la sua terra, il suo posto, ovvero la savana.
Adesso è al sicuro, lontano da chi per anni lo ha utilizzato per “sfamare” la mera curiosità di spettatori. È stato accolto in un santuario e non è solo perché a fargli compagnia ci sono altri animali. Si tratta di esemplari legati tra loro da un filo invisibile, quello dello sfruttamento. Ruben oltre ad aver trascorso una vita orribile, paga le conseguenze anche in termini di salute, infatti ha i denti rotti e problemi neurologici.
In questa storia, però, c’è un lato positivo e sono i membri dell’associazione Animal Defenders International (ADI), chi ne fa parte si è fatto in quattro per restituire al re della savana una vita dignitosa. I risultati di tutte le battaglie portate avanti, sono arrivati ed è stata aperta la “porta” del santuario e il leone potrà trascorrere lì la sua vita cominciando a percorrere chilometri, come sono abituati questi esemplari in natura.
Facciamo, però, un passo indietro e raccontiamo come sono andate le cose. Ruben, come riporta Greenme.it, ha lasciato lo zoo qualche mese fa, nello specifico a febbraio e in un primo momento è stato trasferito in un rifugio. Qui ha trascorso un periodo di quarantena. D’altra parte, però, i volontari non si sono fermati e hanno provveduto a sistemare la documentazione e hanno, inoltre, studiato nel dettaglio il trasferimento.
L’arrivo al santuario era stato stimato per marzo, ma purtroppo nulla è andato come previsto e l’animale ha dovuto attendere ancora. Giorno dopo giorno si è arrivati ad agosto ed è arrivato finalmente il grande giorno: l’animale poteva finalmente conoscere la sua nuova casa. Così dopo 8000 km Ruben è arrivato in Africa. Un viaggio lungo, ma pregno di emozione per gli addetti. Ruben ce l’ha fatta, potrà passare il resto della sua vita nella sua terra e non sarà più solo.
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